by Massimo Bambara
Leggendo il disposto con cui il giudice sportivo ha motivato la squalifica di Ibrahimovic per tre giornate non vi è traccia della "condotta violenta", particolare questo che determina le tre giornate di squalifica.
Ibra con una manata ha colpito l'avversario, Rossi, ed è stato giustamente espulso con un rosso diretto che, non automaticamente comporta la squalifica per 2 o più turni.
Vi sono infatti i casi di De Rossi, Vargas e Totti, espulsi in questo campionato per episodi simili a quelli dello svedese e squalificati solo per un turno.
Chiaro è che l'intervento di Ibra è da censurare e da condannare in toto ma nel momento in cui si scende nella valutazione del gesto in termini di peso della squalifica è assolutamente logico che si debbano seguire i casi simili che nel campionato corrente hanno fatto giurisprudenza.
Il Milan su questa questione dovrà fare le opportune rimostranze in sede di ricorso, mettendo in luce il differente trattamento che la decisione di Tosel prescrive per Ibra rispetto ad altri casi molto simili, per non dire analoghi.
Che fosse un gesto evitabile nulla quaestio. Ma da qui a farne una sentenza esemplare ce ne corre.
Pensate infatti ad Eto'o. Il camerunense ha ricevuto 3 giornate di squalifica per una testata, gesto più grave certamente di una manata, e la sua squalifica è pari a quella di Ibra.
In più Eto'o ha goduto dell'indebito vantaggio di non essere visto dall'arbitro e quindi di essere rimasto sul campo, cosa di cui Ibra non ha goduto.
Sono casi come questi che, se esaminati con animo terzo e screvo da faziosità e partigianeria, dovrebbero portare a rivedere in senso benevolo una sentenza comunque meritata nei confronti del campione di Malmoe.
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