di Gianpiero Sabato
Ora basta, è tempo che con l’inizio del ritiro di Dubai ognuno torni al suo posto, si rimetta al lavoro e la smetta di parlare di questo caso prima ancora che cominci a prendere forma.
Attenzione, non significa che bisogna fare finta che non sia successo nulla, ma semplicemente che la squadra ha bisogno di riconcentrarsi sui propri obiettivi e che ognuno si concentri solo ed esclusivamente sul bene del Milan.
Abbiamo bisogno di tutti i nostri campioni, Pato incluso. Io non credo che con le sue parole Pato avesse dei fini ben precisi, ma il fatto stesso che siano state pronunciate è sintomo che qualcosa tra lui e mister Allegri non va come dovrebbe.
Le parole di Allegri hanno sicuramente l’obiettivo di stimolare l’attaccante brasiliano a fare ancora meglio, soprattutto mirano a spingerlo a fare quel definitivo salto di qualità che gli permetta finalmente di oltrepassare l’immaginaria linea che separa il “talento del futuro” dal “campione”.
Se, infatti, ci si basa solo sui numeri, non si può non notare che difficilmente un Pato non reduce da un infortunio sia stato lasciato in panchina dal tecnico livornese a guardare i suoi compagni giocare.
E’ vero, si è discusso molto sul possibile scarso feeling tra il papero e Zlatan Ibrahimovic, ma è altrettanto vero che tra un infortunio ed un altro, la fiducia nell’ex Internacional di Porto Alegre è stata quasi totale.
Non si spiegherebbe altrimenti come nello scorso torneo Pato abbia segnato gli stessi gol di Ibra e Robinho e sia risultato decisivo proprio in alcune partite chiave (Napoli a San Siro, Derby e Firenze) per la conquista del diciottesimo scudetto.
Piuttosto, la sensazione è che se Pato non è un titolare inamovibile di questa squadra la colpa è principalmente la sua.
Il suo curriculum in rossonero è impressionante (segna quasi un gol ogni due partite), ma questo non basta a non pretendere che faccia di più.
Ci piacerebbe vederlo meno svagato, più determinato, più rabbioso, più cazzuto!
Ci piacerebbe che il ragazzo fosse “più immerso” e più partecipe nelle partite, e che non fossimo già rassegnati in partenza che se Pato non segna è come se in campo non ci fosse mai stato.
La leadership è una qualità che non tutti possono avere, ma un certo tipo di atteggiamento è qualcosa che possiamo pretendere da tutti coloro che indossano la nostra maglia.
Non possiamo perennemente vivere tra l’esaltazione del suo talento quando segna e la critica alla sua quasi indolenza nelle gare in cui non rientra nel tabellino dei marcatori.
Serve urgentemente che lui si decida “ad appropriarsi” della squadra, che tutti lo considerino un elemento imprescindibile!
Il gol per lui non è mai stato un problema, e mai lo sarà: se si mette nella testa che il più del suo lavoro lo fa già grazie ad un talento naturale, siamo già ad un buon punto.
Ma quello che deve cancellare dalla sua mente è che quel talento naturale sia sufficiente per fargli ottenere tutto il resto senza sforzi ulteriori.
Ogni tifoso del Milan resta senza parole per l’ammirazione quando vede uno come Ibrahimovic piegarsi alla fine della partita in mezzo al campo e vomitare per la fatica.
In quel momento nessuno bada al fatto che Ibra abbia segnato oppure no, ma tutti lo stiamo ammirando per lo sforzo compiuto per il perseguimento del fine che sta a cuore a tutti noi: la vittoria del Milan.
Pato ha tutto per diventare un elemento simbolo di questa squadra, ma ci deve mettere del suo.
E’ solo lui che può diventare quell’”elemento essenziale” di cui parla il presidente Berlusconi.
Quel giorno Pato non troverà un problema che “un allenatore non parli continuamente con lui per spiegargli dove deve migliorare”, così come non dovrà lanciare nessun messaggio subliminale per spiegare a qualcuno che forse l’arrivo di un nuovo campione in rosa (vedi Carlitos Tevez) gli procura qualche preoccupazione.
Quel giorno tutti sapranno che arrivando nel Milan dovranno giocarsi una maglia da titolare con tutti gli altri, ma non con Ibra e Pato!
Non è scappando da una grande squadra come il Milan per paura di non avere abbastanza spazio a disposizione e rifugiandosi nel “comodo” campionato francese che un giocatore diventa un campione: da che mondo e mondo è successo sempre il contrario.
Tutto dipende solo da lui, ma è necessario che alle parole ed ai teoremi facciano posto i fatti.
E’ tempo di ricominciare l’anno nuovo con lo spirito giusto, e senza che nessuno (società compresa) faccia delle cazzate.
Alexandre deve prendersi il Milan, Allegri deve trovare il modo di farlo crescere, la società deve continuare a ritenerlo un calciatore incedibile ed essenziale e noi tifosi dobbiamo smetterla di inscenare processi e discussioni anche quando non è il caso di farlo.
Pato è una grande risorsa di cui non possiamo e non vogliamo privarci |
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