Pressare o aspettare?
Se fosse necessario un flash per rendere chiaro a tutti quanto sia indispensabile e fondamentale Zlatan Ibrahimovic per noi, basterebbe osservare la deferenza con cui i compagni lo osservano in campo e l'impatto devastante che ha avuto sulla squadra non appena ha rimesso piede in campo.

Ibra è imprescindibile, tecnicamente, fisicamente, umanamente. E' l'epicentro dell'autostima del Milan. Quanto più sta bene lui, tanto più la squadra si sente forte.

Non tragga in inganno il modesto avversario di coppa. Vero è che il Pilzen non rappresenta l'elitè del calcio europeo, ma in Europa ormai da anni, non esistono più le squadrette materasso. Basta vedere il Trabzon ripescato all'ultimo e primo nel girone dell'Inter oppure i risultati sorprendenti dell'Apoel Nicosia nel girone del Porto e dello Zenit.

Oggi in Europa non ci sono più le squadrette contro cui fare le goleade in scioltezza. E' un elemento che emerge, chiaro, dagli ultimi anni di Champions League.

Il Milan ha preso i tre punti contro il Pilzen ma la prestazione, a mio avviso, non è stata soddisfacente. Non sono tanto le occasioni da gol concesse ai ceki a preoccuparmi, quanto più il modo in cui il Pilzen si è procurato queste occasioni: ovverosia saltando, spesso, in uscita il nostro pressing alto.

Io credo che Allegri voglia attuare, da quasi un anno ormai, un tipo di gioco poco redditizio dal punto di vista europeo. Pressare alti, recuperare palla presto, sono concetti di calcio eccezionali, ma per applicarli è necessario avere i giocatori adatti ed il Milan non li ha.

Il nostro centrocampo, facilmente pressabile, non ha i giocatori adatti per attaccare la palla alta. Questo perchè il nostro vertice basso del rombo, Van Bommel, ha un grandissimo senso tattico e una grande voglia di pressare, ma non ha le caratteristiche fisiche per recuperare la posizione una volta saltato.

Notate l'azione del primo minuto in cui il Viktoria sfiora il gol e Abbiati fa un miracolo. Essa nasce da un tentativo di pressing alto andato a male, con Abate fuori posizione perchè salito a pressare coi tempi sbagliati.

Vero è che Allegri non ha mai potuto avere, in Champions, la sua creatura ideale di squadra, con il Boa vertice alto del rombo a garantire quella pressabilità immediata che invece Emanuelson non può garantire. Ma anche con Boateng, le caratteristiche dei nostri giocatori, mediamente, sono poco portate a pressare squadre veloci.

Sono dell'opinione che il Milan, almeno in ambito europeo, dovrebbe usare un atteggiamento diverso, aspettando gli avversari, rifinendo le ripartenze immediate su Cassano, che protegge palla da par suo, o su Ibra nel caso in cui ci sia in campo Pato.

Le migliori squadre europee, eccetto il Barcellona che gioca un calcio molto più simile al pianeta Giove che alla Terra, attuano tutte questo atteggiamento. Si fanno attaccare e giocano sulle caratteristiche del talento che hanno davanti.

Oggi, con la diffusione del 4-2-3-1 come schema base del calcio europeo, si tende più a giocare sulle ripartenze ed a scegliere solo 3-4 momenti chiave del match in cui alzare il pressing.

I prossimi mesi di Champions comunque saranno decisivi per comprendere l'orientamento di Allegri che, tuttavia, sembra molto convinto delle proprie idee.

Milan Barcellona a San Siro, nel mese di novembre, sarà il primo banco di prova interessante, per capire le prospettive future del Milan. Come prestazione, più che come risultato.
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