L’INGRATITUDINE E’ UN’ALTRA COSA!
di Gianpiero Sabato
Cosa volete, quando ci sono tre mesi e mezzo di assenza (quasi) totale di calcio giocato, il rischio minimo che si corre è che si parli veramente di niente e che si utilizzino tutti gli spunti, anche i più assurdi, per imbastire delle discussioni che non hanno motivo di esistere.
Ad aggravare la situazione ci si è messo poi un mercato, quello italiano, veramente povero, dove la cosa che ha fatto riempire il maggior numero di pagine dei giornali sportivi è stato il giochino-cazzata della ricerca dell’identità del fantomatico Mister X milanista.
E così, in chiusura di estate, ci tocca assistere ad una sterilissima discussione che ha come oggetto l’esclusione di Pippo Inzaghi dalla lista Champions del Milan per la prima fase della competizione europea.
 
Giù fiumi di inchiostro, giù sondaggi tra i tifosi milanisti e non solo, giù accuse di ingratitudine ed, addirittura, c’è chi insinua che con questa mossa Massimiliano Allegri si stia giocando moltissimo del suo futuro sulla panchina rossonera.
Il top viene raggiunto da frasi del tipo: “se Inzaghi avesse saputo che non sarebbe stato inserito nella lista Champions, probabilmente non avrebbe rinnovato col Milan e sarebbe andato altrove”  ed ancora “ci tiene talmente tanto al record dei gol segnati nelle coppe che probabilmente a gennaio va via dal Milan”. 
 
Andiamo con ordine.
Inzaghi si è infortunato gravemente quasi un anno fa (10 Novembre 2010 in Milan-Palermo), e da allora ha giocato solo 9 minuti (Milan-Cagliari il 14 Maggio 2011). A 38 anni suonati e dopo quell’infortunio, quale squadra che partecipa alla Champions 2011/2012 poteva fargli sottoscrivere un nuovo contratto? Nessuna, solo il Milan, che puntualmente gli ha rinnovato di un anno il contratto e si è talmente fidato di lui, che lo ha “investito” del ruolo di unico vice-Ibra!
Comincia la stagione 2011/2012, e in quasi due mesi di preparazione, tra rieducazione e guai muscolari, Pippo Inzaghi gioca solo un pezzo di amichevole contro la Solbiatese.
Praticamente, in un anno Inzaghi non ha mai giocato! 
Ora, dovendo Allegri inserire un centrocampista in più per permettere a Gattuso di scontare la sua squalifica monstre, come si fa a scandalizzarsi e a non condividere la scelta del tecnico livornese di lasciare fuori Pippo nostro? Chi doveva rimanere fuori?
 
Forse, invece, ci sarebbe da chiedersi se non c’era proprio modo di trovare un posticino per il giovane e scalpitante El Sharawy. E poi. 
Ma tra coloro che gridano oggi allo scandalo, quanti sono quelli che fanno parte della schiera di coloro che accusavano il Milan di continuare a fare affidamento sulle vecchie “mummie” addirittura più per gratitudine che per motivi tecnici?
Ed ora che da un paio d’anni la società rossonera ha cominciato a mettere in pratica un doveroso cambio generazionale, siamo qui a stracciarci le vesti per l’esclusione di uno degli anziani (che non smetteremo mai di ringraziare per quello che ha fatto in 10 anni) che per di più non gioca una partita intera da tempo immemore?
Ma per favore, usiamo un po’ di coerenza.
E che dire della presunta ingratitudine della società nei confronti di uno dei suoi giocatori simbolo?
Ingratitudine nei confronti di Inzaghi?
Ma ci siamo scordati che Galliani fece sottoscrivere a Superpippo un prolungamento di contratto il giorno successivo al gravissimo infortunio di Perugia quando era in dubbio anche il prosieguo della sua carriera? 
 
Ma l’ultima delle castronerie l’abbiamo letta qualche ora dopo lo scoppio del caso-Inzaghi: “Inzaghi ha lottato tutti questi mesi per tornare e battere il record di Muller, ed è infuriato per questa esclusione. Non è detto che a gennaio non si cerchi un’altra squadra. L’Atalanta sogna già il ritorno di Superpippo, e sogna il secondo grande ritorno dell’ex come aveva già fatto con Bobo Vieri”.
L’Atalanta? Cioè, fatemi capire: Inzaghi è infuriato perchè la “sua vita” è battere il record nelle coppe, e per vendicarsi dello sgarbo dovrebbe andare a giocare nell’Atalanta?
E quale coppa disputa l’Atalanta? Beh, se bisogna proprio dare fiato alla bocca, almeno cerchiamo di non sparare minchiate del genere! 
 
Chiudiamo col capitolo Allegri.
Il tecnico milanista ha dimostrato nella sua esperienza rossonera che le sue scelte sono esclusivamente fatte nell’interesse della squadra.
La gestione di Ronaldinho e di Pirlo ne sono l’esempio più lampante.
Allegri è un uomo di cui possiamo fidarci: non sappiamo se le sue scelte sono sempre vincenti (anche se per ora non ha sbagliato nulla), ma abbiamo la certezza assoluta che ogni decisione è il frutto di ragionamenti che hanno nella ricerca dell’equilibrio e del risultato l’obiettivo principale.
Nessun personalismo e nessuna decisione per fare sgarbi a qualcuno.
 
Sforziamoci, quindi, di prendere la decisione dell’esclusione di Pippo come una normale e logica decisione di tecnico e società.
Se poi questo dovesse generare nel bomber piacentino qualche proposito di fuga dalla sua “casa madre” (ed il Milan è casa sua), allora ce ne faremo una ragione: lo ringrazieremo di cuore per tutto quello che ha dato alla causa milanista, ma ce ne faremo una ragione! 
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