di Gianpiero Sabato “AC Milan, in base ai rapporti medici del Policlinico di Milano, comunica che Antonio Cassano ha manifestato una sofferenza cerebrale su base ischemica. Gli esami strumentali e neuroradiologici hanno richiesto 72 ore per il loro svolgimento ed hanno evidenziato la sofferenza di un'area cerebrale circoscritta che non ha determinato deficit neurologici persistenti. La causa è stata identificata nella presenza di un forame ovale pervio cardiaco interatriale, evidenziabile solo con sofisticati esami specialistici. La tempestività della terapia instaurata ha permesso un rapido recupero e miglioramento delle condizioni cliniche che sono buone. Il calciatore verrà sottoposto nei prossimi giorni a un piccolo intervento di cardiologia interventistica (chiusura del forame ovale), i tempi di recupero per il ritorno all'attività agonistica saranno meglio definiti dopo l'intervento, ma verosimilmente saranno di qualche mese” (acmilan.com) Finalmente è arrivato il comunicato ufficiale che fa definitivamente chiarezza sulle cause del malessere accusato da Antonio Cassano qualche giorno fa. Da una parte c’è la conferma che si sia trattato di qualcosa di veramente serio, dall’altra abbiamo tirato un grosso sospiro di sollievo: Antonio si rimetterà presto e soprattutto tornerà a giocare a calcio. E’ un vero peccato! Al di là della vicenda umana che occupa la parte preminente della storia, questo è un passaggio che non ci voleva proprio in questo momento storico della sua avventura milanista. Fantantonio aveva avuto la forza, il talento e la determinazione di “prendersi” il Milan, quando in pochi ci avevano creduto veramente. Molte, in estate, erano state le voci di un suo possibile trasferimento altrove per non perdere il posto in Nazionale, molte le “sentenze” che mettevano in dubbio la sua capacità di tornare fisicamente a posto e mettersi in discussione per battere la concorrenza dei compagni di reparto e mettere in difficoltà il suo allenatore. Cassano ha fatto l’unica cosa che un campione deve fare in questi casi: stare zitto, lavorare giorno per giorno e far parlare solo ed esclusivamente il campo. Nessuna parola fuori posto, nessuna pretesa “a scatola chiusa”, niente di niente: solo gol, assist (tanti) ed anche corsa e sacrificio. Pian piano, come l’acqua che si insinua in ogni spazio, Cassano è riuscito nell’impresa che non sempre riesce a tutti i calciatori con quelle caratteristiche, e cioè convincere tutti (ma proprio tutti) i tifosi rossoneri che Antonio Cassano sia un giocatore fondamentale del nostro Milan. Non è roba da poco. Anche perché risulta ormai evidente che il barese sia ben integrato nel gruppo, che sia benvoluto dai compagni ed abbia sviluppato una grande sintonia  particolare con alcuni dei suoi colleghi (Ibra su tutti). Ed allora ti viene da imprecare alla sfiga che lo ha colpito (magari con una espressione in barese anche per un leccese come il sottoscritto), ma nello stesso tempo proprio l’unanimità conquistata dell’intero tifo milanista gli deve dare la spinta per vincere anche questa battaglia e tornare a riprendersi il posto che tanto faticosamente si è conquistato. In fin dei conti Antonio Cassano è nato per giocare a calcio, e non sarà certo questa defaillance a privarlo del suo divertimento più grande. In questa prima parte di stagione Cassano è stato uno dei giocatori a cui ci siamo aggrappati nei momenti di difficoltà ed il ritorno in carreggiata del Milan è firmato da molte delle sue giocate; il suo ritorno è previsto in primavera, in un momento storicamente decisivo per le squadre che hanno ambizioni importanti. Antonio è chiamato a contribuire allo sprint finale del Milan, ma per poterlo fare deve ritrovare una squadra ben posizionata per la volata finale: i suoi compagni questo glielo devono!!! Forza Antò, sbrigati a tornare, perché, se non l’avessi ancora capito, non siamo più in grado di fare a meno di vederti fare magie con la nostra maglia!