by Guglielmo Mastroianni
Ridurre la partita di lunedì sera ad un singolo episodio, è quanto di più disgustoso mi sia capitato di leggere negli ultimi anni. La stampa, chissà poi perchè, continua a battere sul rigore dato al Milan, e tralascia, volutamente e in mala fede, tutto quello che di contorno c'è stato, a quel singolo episodio. Partiamo da un presupposto: ho visto cose ben più gravi commesse dagli arbitri in campo nazionale e internazionale. La malafede della critica si è chiaramente palesata quando dall'analizzare il fallo di mano di Aronica si è passati a valutare l'intervento di Ibra su Cannavaro prima, e il tentativo di rovesciata di Jankulovsky poi, bollato come gioco pericoloso, dimenticando che, se qualcuno è stato colpito con quella giocata dal terzino ceco, è stato Pato, un suo compagno di squadra.
Io addirittura rilancio: Aronica, per come l'ho vista io, entrando in quel modo, con quel gomito alto, poteva colpire solo due cose: o la palla o la testa di Pato. L'avesse fatto un giocatore del Milan si sarebbe chiesta la pena di morte. Ma tant'è. Per fortuna che il calcio è ormai diventato una giostra impazzita, e tra due giorni è già tempo di tornare in campo. Scongiurato qualunque problema per Ibra (che Iddio ce lo preservi a lungo!), la testa è già sulla trasferta di sabato sera a Torino. Ostica come non mai. Perchè se è vero che alla Juve mancheranno elementi importanti, soprattutto a centrocampo, è anche vero che ci troveremo di fronte una squadra ferita nell'orgoglio, che vorrà dimostrare davanti al proprio pubblico di essere ancora in grado di fare la voce grossa, soprattutto contro le big del campionato.
Il Milan, dal canto suo, ha più di un motivo per sorridere ed essere positivo: la ritrovata vena di Pato che contro il Napoli per la prima volta, in occasione del gol di Boateng prima e del 3-0 poi, ha dato dimostrazione di poter reggere il peso della presenza di Ibrahimovic. In un altro momento entrambe le azioni si sarebbero concluse in maniera differente, e probabilmente adesso staremmo parlando di altro. E poi c'è la prestazione di Van Bommel da tenere in considerazione: il centrocampista olandese, per la prima volta, è andato oltre il compitino, prendendosi licenze a cui non siamo ancora abituati. Non è Pirlo, ma può essere un valido surrogato. Da sempre da Torino è passata la storia dei nostri scudetti. Mai come questa volta è importante ricordarlo. |