di Massimo Bambara
Quando il gatto sente l'odore dei topi, con scaltro passo, si riavvicina. Mino Raiola sente che la caccia ai topolini in pantaloncini e maglietta si può riaprire in quel di Via Turati e così, avveduto, si ripresenta a Milanello e torna a parlare.
Le ferite estive del mancato arrivo di Fabregas avevano leggermente tardato a rimarginarsi, con recriminazioni da entrambe le parti e con qualche malalingua di troppo.
Ma Raiola, per l'idea che ha il Milan del mercato dei prossimi anni, è decisamente un uomo chiave e quindi meglio mettere da parte ansie ed incomprensioni e ricominciare da dove ci si era lasciati.
I nomi che ballano sono tanti.
Tevez è un'indiscrezione che può avere o meno fondamento, ma nasce da uno stato di insofferenza del giocatore e da una condizione di difficoltà del City. E' chiaro che, più passa il tempo, più il valore di un giocatore fuori squadra tende ad abbassarsi.
Tevez vuole cambiare aria, il City vuol darlo via. E' possibile dimezzare il costo del cartellino data la particolare contingenza? Dubbi, dubbi che accompagnano gli alfieri di un'idea strana, coraggiosa, utopistica forse.
L'altro nome, caldo, è il danese Eriksen. Giocatore sublime, dal tocco eccelso, grandi giocate e classe al servzio della squadra. Il Milan ha messo gli occhi su di lui ma certe operazioni sono a lunga gestazione.
Non è semplice muoversi in questo mercato. Giocatori forti, con gennaio alle porte, pochi ve ne sono. Le modalità per prenderli variano. |
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