Quindici lunghissimi giorni di “preparazione” ci stanno accompagnando verso l’importantissimo derby di sabato sera. Non si parla d’altro, al punto che sono passati del tutto inosservati gli impegni delle varie Nazionali, Italia compresa (che, se non altro, ha fornito due buone prestazioni): l’unico motivo di attenzione di queste partite è stato quello di verificare che nessuno si facesse male. Tutto sommato, da questo punto di vista, sta meglio il Milan, che ha potuto allenarsi a ranghi quasi completi, considerando i forfait nazionali di Pato, Boateng e Van Bommel rimasti a Milanello. C’è da dire che, visto il momento non positivissimo, mister Allegri aveva proprio bisogno di poterlo fare, al contrario dell’Inter che arriva da un ottimo periodo (più per risultati che per prestazioni) e che mentalmente non dovrebbe necessitare di “terapie di gruppo”.
Non dovrebbe neanche valere la classica frase “non ha avuto il tempo di preparare la partita”: per una gara del genere, con avversari che si conoscono alla perfezione, non c’è molto da preparare. Più che l’aspetto tecnico e tattico, gli equilibri della gara saranno spostati dall’aspetto mentale. Vincerà chi dei due contendenti dimostrerà più voglia di vincere ed avrà più fame. Al di là della supremazia cittadina, i nerazzurri saranno motivati dalla possibilità di coronare un lungo inseguimento e di mettere il muso davanti nello sprint finale, mentre i rossoneri cercheranno di difendere un primato (meritato) che dura da tanto tempo (20 giornate) e dalla possibilità di infliggere direttamente il colpo di grazia (forse) al nemico. Dopo aver sistemato la pratica nel doppio confronto col Napoli, mettere dalla propria parte anche la contesa con l’Inter rappresenterebbe il sigillo definitivo sulla conquista del titolo.
E’ anche vero che la partita di sabato sera potrebbe essere più bloccata di quello che ci si possa aspettare. Mancano otto giornate alla fine, e, per quanto importante, il risultato del derby non potrà essere decisivo (se non, momentaneamente, quello di far pendere il piatto del pronostico dalla propria parte). Il Milan potrebbe giocare per due risultati su tre (il pari ci permette di avere lo scontro diretto in vantaggio e, di fatto, è come se ci desse un punto di vantaggio in più in classifica), mentre l’Inter si presenta all’evento con uno svantaggio infinitesimamente inferiore rispetto a quello che sarebbe potuto essere solo dieci giorni fa, e questo potrebbe indurla a non impostare una gara “da vincere a tutti i costi” (considerando anche il calendario). E’ vero che il Leonardo allenatore ha sempre dimostrato una scarsa propensione ad affrontare le partite facendo dei calcoli, ma è altrettanto vero che se l’Inter dovesse giocare una gara tutta d’attacco potrebbe servire ai rossoneri su un piatto d’argento la gara che tatticamente più gli si addice. Insomma, avventurandomi in una previsione, potrebbe venir fuori una partita dove a prevalere è la paura di perdere e “rovinare tutto”.
Dal punto di vista degli uomini che scenderanno in campo, potrebbe darsi che mister Allegri faccia molto leva sull’esperienza dei suoi ragazzi. Pirlo si sta allenando col pallone, ma ben che vada credo che al massimo possa andare in panchina. Se il ginocchio regge, credo che la regia sarà affidata a Van Bommel, e che Flamini lascerà il posto a Seedorf. Potrebbe risentirne il nostro ritmo, ma, per il tipo di partita di cui azzardavamo prima, potrebbe essere preferita la capacità di tenere il pallone di Clarence rispetto alla fisicità del francese (anche perché le doti di interdizione di MVB sono ben sviluppate). L’elemento di rottura dovrà essere Boateng, trequartista con licenza di inserirsi in zona gol e di innescare la cavalleria formata da Pato e Robinho: con la fragilità difensiva di questa Inter saranno loro gli uomini determinanti per fare male.
Naturalmente siamo pronti a scommettere che non si avvererà nulla di quello che abbiamo pensato, ma questo fa parte del gioco. L’importante è vedere un Milan fiero, deciso e determinato a fare bene: per il salto decisivo è vietato avere paura!.
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