di Gianpiero Sabato
C’era una volta il capitano di una squadra che veniva considerato un semi-Dio, uno che poteva permettersi tutto ed a cui tutto era permesso, addirittura mettere in discussione le scelte del suo giovane allenatore, usando il suo carisma per mettergli contro i tifosi e costringendo la sua società all’esonero.
Ogni tifoso di quella squadra avrebbe fatto qualsiasi cosa per il suo capitano, sapendo che poteva andare orgoglioso di lui e che poteva fidarsi.
La nota caratteristica era rappresentata da suo modo di esultare dopo un gol: rivolgendosi col petto in fuori verso la sua curva, con la mano sotto il mento ad indicare che lui e la sua gente poteva andare sempre con la testa alta!
Tutto bello. Sembra una favola a lieto fine…ed invece?
Ed invece succede che quello stesso personaggio usa la sua posizione ed i soldi (suoi e quelli di una organizzazione di gente di bassissimo profilo) per corrompere i colleghi più deboli (quelli che giocano nelle categorie inferiori e che spesso non prendono neanche gli stipendi) e scommettere sulle loro partite per guadagnarci dei soldi.
Viene il vomito solo a pensarci se si pensa che lui guadagna dei milioni di euro.
Quando qualche inquirente se ne accorge e decide per il suo arresto, la folla non ci crede, e difende a spada tratta il suo capitano gridando al complotto.
Nessuno ci crede, neanche la dirigenza della sua società che per la giustizia sportiva viene considerata colpevole ed è costretta a subire una pesante penalizzazione.
Passa il tempo, ed alla fine tutti si devono arrendere: è tutto vero!
Il capitano è un delinquente, le intercettazioni lo sputtanano senza nessun dubbio.
Possiamo immaginare lo stato d’animo di quei tifosi: si sarebbero buttati nel fuoco per lui, ed invece scoprono che lui è un traditore, uno che truccava le gare della sua squadra e che ora rischia di inguaiare ulteriormente la sua società. Vi sembra poco?
Pensate che grave mancanza di rispetto anche nei confronti dei suoi compagni di squadra: ci sono ragazzi che si stanno facendo un culo così per rimediare alla penalizzazione inferta per causa sua e che rischiano di vedere vanificato i loro sforzi da ulteriori pene.
Oggi quel gesto originale di esultanza sembra una vera beffa, una presa per il culo!
Altro che testa alta, il giorno che l’ex-capitano dovesse uscire dal carcere dovrebbe avere il coraggio di non rimettere più piede in quella città tradita, altrimenti ci sarebbe quasi da giustificare qualche eventuale gesto di vendetta per la fede tradita.
Il calcio italiano non aveva bisogno di questo ennesimo scandalo, ma sembra proprio che quello delle scommesse sia un male inestirpabile da un mondo dove girano troppi soldi, e dove esiste una grande disparità di guadagni tra le varie categorie: troppo denaro intorno al mondo delle scommesse on-line, e grande facilità di indurre in tentazione gente che fa parte del facoltoso mondo pallonaro ma che spesso rischia di doversi accontentare delle briciole (quando viene pagata), in un tempo di carriera troppo breve e con scarse prospettive per il post carriera agonistica!
Oltre a questo, però, la vicenda ci insegna che i tifosi dovrebbero imparare a non affezionarsi ai giocatori della propria squadra: ogni calciatore contribuisce a scrivere la storia di una società, ma è la maglia di quella società l’unica a meritare l’amore incondizionato del tifoso.
Nel frattempo ci avviciniamo a grandi passi verso il Natale, e proprio in prossimità della festa dei regali il Milan ci fa dono del raggiungimento della vetta della classifica per la prima volta in questo campionato.
La strada è lunga e le avversarie non mancano, ma intanto il mondo visto da lassù fa tutto un altro effetto.
Una cosa va sottolineata: appaiare la Juve ancora imbattuta non è stato semplice, ha richiesto un ruolino di marcia strepitoso. 9 vittorie su 11 partite rappresentano un cammino impressionante, anche perché a furia di incensare (giustamente) gli avversari è passato inosservato il piccolo particolare che in queste ultime undici giornate il Milan ha fatto 6 punti in più dei bianconeri (tanto era il distacco al termine dello scontro diretto).
Qualcosa vorrà dire.
L’importante è che l’impegnativa scalata non ingeneri inconsciamente nella squadra una qualche forma di rilassamento.
Auguri di Buon Natale
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