Scritto da Massimo Bambara |
Martedì 17 Maggio 2011 |
Lo scudetto è in bacheca e già ci si inizia ad interrogare sul Milan del futuro, pieni di speranze e nuove ambizioni, in quanto la prossima dovrà esssere la stagione delle conferme e di una nuova ribalta sul piano europeo ed internazionale.
La prima domanda da porsi è dove può migliorare questo Milan.
Certamente anche una squadra che ha vinto, dominando, il campionato italiano, risulta perfettibile e migliorabile sia per quanto concerne il modo di stare in campo sia per ciò che inerisce il modo di interpretare la partita.
In primis, credo che il Milan di Allegri quest'anno abbia soddisfatto solo saltuariamente i palati fini. Intendiamoci, in quest'annata ciò che contava era tornare a vincere ma è innegabile che l'inclinazione naturale del milanista sia quella verso il bel gioco e lo stile armonioso conditi da una mirabile qualità del tocco.
Senza dubbio il Milan dei tre mediani che era diventato un'abitudine nella parte invernale del campionato, non può essere un Milan di ampio respiro.
Ed è proprio nella composizione del centrocampo e nel modo di intendere l'ispirazione filosofica che risiede dietro ad esso, che il Milan 2011-2012 si gioca una larga ed importante fetta del suo futuro.
Oggi in Europa, per potersela giocare serve un centrocampo forte tecnicamente, con giocatori dotati di talento disposti però a sacrificarsi in fase di non possesso palla. Serve una centrocampo capace di sostenere i ritmi alti della Champions. Serve avere almeno un centrocampista in grado di dare i tempi alla squadra, sia del pressing che dei flussi offensivi.
Sui rinnovi eventuali di Seedorf e Pirlo, oltrechè sulla conferma di Gattuso, il Milan si gioca molte delle sue chances di cambiamento. Restare così è un rischio troppo grande da correre. Serve una rinfrescata e una boccata d'aria nuova in un centrocampo per troppi anni prigioniero di gerarchie precostituite che Allegri quest'anno è stato bravo ad eliminare.
Ma il Milan oltrechè nel gioco può migliorare anche nella gestione delle partite quando è in svantaggio.
Infatti uno dei pochi tasti dolenti della stagione è stato quello di non riuscire a rimontare quasi mai situazioni di svantaggio, sia in campionato che in coppa. Sintomatico ciò di una capacità di reazione ancora da registrare.
Ma una squadra, una grande squadra, deve imparare assolutamente ad essere cattiva (agonisticamente parlando) nei periodi negativi.
Occhio anche ad un aspetto molto sottovalutato della stagione appena andata, che nella prossima stagione invece potrebbe rappresentare un punto interrogativo: l'assenza di un vice Ibra.
L'assenza di un giocatore che ci vizia così tanto nelle varie situazioni di gioco, è un aspetto che non può minimamente essere sottovalutato. Il Borriello triste delle ultime giornate, non esiterei un attimo prima di riprenderlo in quel di Milanello |
|
|
|