Fischi e mugugni
di Massimo Bambara
Ci sono cose e situazioni che non trovano senso logico e che lasciano, francamente, abbastanza sbigottiti.
Comprendo e capisco tutto, penso che la critica calcistica sia bellissima e parlare di calcio spulciando i giocatori sia una delle cose più divertenti che ci siano.
La partita però ha una sacralità tutta sua e tale deve restare.
Invece ultimamente, nel nostro caso, ho la sensazione che così non sia.

Mercoledì sera guardavo Milan Udinese in televisione e rimanevo sorpreso, oltrechè un pò arrabbiato, per l'atteggiamento dello stadio verso il Milan.
Un atteggiamento, curva a parte, troppo radical chic, estremamente critico e non di supporto verso una squadra che solo 4 mesi fà si laureava campione d'Italia e che solo un mese e mezzo fa alzava in cielo una Supercoppa.

Ok capisco e mi rendo conto che ci possano essere state cose che non sono piaciute.
Posso capire che a qualcuno il mercato non sia piaciuto, posso capire le giuste rimostranze per i prezzi dello stadio che sono saliti.
Posso capire tutto.
Ma la partita ha una sacralità che non è corretto venga scalfita con atteggiamenti più da teatro che da stadio.

A teatro giustamente si va con l'idea di esprimere un dissenso o un applauso, ma allo stadio, essendo una fede, si dovrebbe andare con l'unica idea di sostenere.
Intendiamoci, non è mia intenzione, minimamente, dare lezioni di tifo a nessuno, non saprei nemmeno farlo nè credo di avere l'autorità ed i titoli per poterlo fare.
Ma sentire tutti quei fischi, quella freddezza, quel distacco, onestamente mi ha fatto male.

Allo stadio si va per tifare, per sostenere, per dare un incitamento anche al giocatore meno dotato.
In quel momento, durante la partita, tifosi e squadra possono, se c'è empatia, divenire un tutt'uno, una sorta di fusione magica tra chi gioca e chi sostiene,
Però, se l'atteggiamento è quello, spocchioso e da nasino all'in su, il rischio è di buttare all'aria tutto, di perdere la nostra vera identità di rossoneri, casciavit nell'animo, non altezzosi bauscia da esibizione.

Divertente, positiva, costruttiva e sensata la critica.
Ma quando si è in campo, che senso ha non sostenere, o addirittura invadere di fischi e contestazioni una squadra che, peraltro, conta 12 indisponibili?
Dove sta l'utilità di tutto questo? Che vantaggi porta?

Si conosco l'obiezione classica a tutto questo.
Se pago il biglietto, ho il diritto di contestare qualora non mi piace lo spettacolo.
E' un punto di vista, lo rispetto.
Ma si tratta di un punto di vista di scarsa prospettiva secondo me.
Un'idea dello stadio e del calcio molto utilitaristica e poco fideistica.
Quasi fosse una guerra psicologica tra chi ha più "palle" tra chi fischia ed i giocatori che sono in campo.
Un concetto miope.
Incapace di vedere, con evidenza, che abbiamo tutti la stessa maglietta.

P.S.
Questo pezzo è nato mercoledì sera dopo una domanda che mi è stata rivolta ed alla quale non ho saputo rispondere. Ho guardato la partita a casa di un amico, dato che ho avevo la tv guasta, e lui, tifoso reggino a differenza mia, ad un certo punto della gara mi fa: "certo che siete strani voi milanisti. Avete appena vinto uno scudetto e passate 90 minuti fischiando e mugugnando verso una squadra che è dilaniata dagli infortuni. Ma come fate a non apprezzare ciò che avete?"
 
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