di Guglielmo Mastroianni
Sette-Uno-Otto. Bastano questi tre numeri per spiegare il momento del Milan.
Numeri strettamente correlati tra di loro.
Sette sono i gol subiti nelle ultime tre partite tra campionato e Champions: una cosa assolutamente inaspettata.
Lo scorso anno, Allegri ha costruito le sue fortune su una difesa inespugnabile, un pacchetto arretrato che ha dato garanzie tali da essere considerato l'assoluta arma vincente dello scorso campionato.
Invece, quest'anno, in due partite ha preso un gol in meno di quanti ne abbia subiti nell'intero girone di ritorno della scorsa stagione: allarmante.
Soprattutto perchè, in questo momento, sembrano essere fuori giri i tre elementi cardine della difesa, per un motivo o per un altro: Nesta, Thiago e Abbiati.
E' chiaro che non potendo minimamente essere messo in discussione il loro valore, c'è solo da aspettarsi il meglio, ma la speranza che arrivi presto si fa impellente.
Uno. Uno come l'unico punto in campionato dopo due giornate.
Altro dato che non poteva assolutamente essere messo in preventivo.
Perchè non è concepibile che il Milan campione d'Italia, pur con tutte le attenuanti del caso, non batta la Lazio in casa e subito dopo perda, e male, al San Paolo.
Assolutamente no.
E infine, l'ultimo numero, l'otto.
Quello che, non solo matematicamente, racchiude i primi due.
Otto, la somma di 7+1, sono i giocatori fermi ai box per infortunio. Uno sproposito.
Ibra, Robinho, Boateng, Inzaghi, Zambrotta, Ambrosini, Gattuso, Flamini.
A questi vanno aggiunti anche Mexes e Taiwo, che pur non essendo più infortunati, non sono comunque ancora pronti a toccare il campo.
E' chiaro che una simile tregenda non può essere l'unico alibi, ma va da sè che al Milan stanno mancando giocatori fondamentali, e il relativi rincalzi.
Allegri è nell'impossibilità di operare un sano turn over, anche se ci sta mettendo comunque del suo per complicarsi la vita: Emanuelson non capiamo cosa sia stato preso a fare, se non gioca mai, nemmeno in situazioni come questa, dal primo minuto. Ma tant'è.
Adesso l'Udinese è quanto di peggio ci potesse capitare.
Non sono previsti recuperi importanti, il solo Zambrotta dovrebbe essere a disposizione.
Ma si gioca a San Siro. Che non può e non deve diventare terra di conquista per nessuno.
E' ora di rimettersi a correre |
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