Una vergogna senza fine!
di Gianpiero Sabato

lega figc aic

Diciamoci la verità, quando ci sono delle vicende che portano alla sospensione di una giornata del massimo campionato italiano di calcio, non si può non dire che tutte le parti coinvolte hanno perso una magnifica occasione per non dover arrossire di vergogna. Non è molto importante scavare nel particolare per andare a capire chi ha ragione e chi no, non è questa la cosa che conta. Pessima la figura dei presidenti delle squadre di serie A, pessima quella collezionata dai calciatori e dalla loro Associazione, pessima (e non poteva essere diversamente) quella dei vertici del calcio italiano capitanati dal presidente Abete.

A peggiorare le cose sono poi le motivazioni che hanno determinato la mancata firma dell’accordo collettivo e la conseguente “serrata”. I presidenti non ratificano un accordo di garanzia per delle cazzate che loro stessi hanno commesso. Non si può, infatti, negare che il problema delle rose ampie non è altro che un segno della totale incompetenza su come operano i dirigenti delle società della serie A: pensate che le 20 squadre della massima seria in totale hanno sotto contratto oltre 800 calciatori! Fa una media di circa 40 giocatori a squadra. Qui non regge neanche l’alibi del fatto che le rose ampie siano necessarie per essere competitivi su più fronti se pensiamo che, per esempio, il Bologna ad oggi ha 33 giocatori tesserati (quello dei felsinei chiarammente è solo un esempio). Se non è incompetenza su come vengono allestite le squadre allora dovrebbero spiegarci di cosa si tratta.

Da questo punto di vista, forse, ci tocca stare dalla parte dei calciatori. Ma ancora più ridicola è la questione sul contributo di solidarietà. Riuscire a scioperare (insomma, usate il termine che vi pare) per un punto di una manovra finanziaria che ancora non è stata presentata nel suo testo definitivo (attenzione, ho detto presentata, non approvata) è roba da geni! Tant’è vero che proprio ieri la maggioranza ha eliminato dal testo proprio il contributo di solidarietà tanto discusso. Sarà il caso che i barzellettieri d’Italia comincino a portare delle modifiche ai clichè usati per far ridere il pubblico: è ormai tempo di sostituire i carabinieri coi calciatori ed i presidenti come protagonisti del genere della risata!

La cosa di cui forse questa gente non si rende conto è che continuando così loro stessi faranno implodere il sistema. Questo calcio si regge solo ed esclusivamente grazie alle televisioni private che riversano circa un miliardo di euro nel sistema, ed è solo grazie alle pay-tv se i calciatori hanno ottenuto contratti così esosi. Tra pochissimo Lega calcio e televisioni (Sky e Mediaset) si dovranno risedere ad un tavolo per contrattare i diritti del prossimo triennio. Già il calcio con la vicenda di scommessopoli ha dato di sé una pessima immagine, generando più di qualche perplessità negli acquirenti (non dimentichiamoci, infatti, che le tv sono coloro che acquistano e pagano un prodotto). Se presidenti e calciatori pensano di poter fare il bello ed il cattivo tempo trascurando completamente l’impatto che questo può avere sulle tv (per esempio su chi deve comprare degli spazi pubblicitari durante le partite, e dare a sua volta dei quattrini alle tv), allora penso che potrebbero trovare delle sgradite sorprese. Chi caccia la grana avrà tutte le ragioni per mettere sul piatto della bilancia una cifra inferiore alle attese per acquistare un prodotto che dà di sé un’immagine disastrata. Considerando che le società di A si sono appena scannate per dividersi la fetta del 200 milioni di euro legati ai bacini di utenza, si può prevedere che in uno scenario simile ci potrebbero essere dei suicidi di massa.

In altre parole: se “scioperano” (in senso lato) le televisioni allora sono cazzi sul serio, altro che contributo di solidarietà!!! Quel giorno ci si dovrà trattenere la pancia per le risate che ci faremo! L’invito è sempre lo stesso: il calcio italiano cominci veramente a darsi una mossa per rimettersi al passo degli altri campionati europei che ormai ci mangiano in testa.

Da dove bisogna cominciare? Il primo passo necessario è sempre lo stesso (e chi legge questo sito sa che sono due anni che il sottoscritto lo dice): azzeramento totale di tutti i vertici calcistici a partire dalla Federazione con una nuova classe dirigente giovane ed in grado di dare una gestione manageriale (e non antiquata come quella attuale) ad un sistema che rappresenta, non scordiamocelo mai, la quinta industria più importante del nostro Paese!

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