di Marco Brucculeri
Sarà il caldo, sarà la fame di calcio giocato in una notte di fine giugno, ma la tentazione di puntare la sveglia alle tre del mattino per assistere alla finale di Coppa Libertadores è troppo grande. Gli occhi, ancora socchiusi dal sonno, si destano velocemente abbagliati dalle luci dello stadio Pacaembu di San Paolo, in una cornice entusiasta ed esaltata dai fuochi d'artificio della cerimonia iniziale.
Ma è sul campo che si attendono i fuochi d'artificio maggiori. I tanti risvolti interessanti di questa sfida lasciano presto spazio ai fatti, la finale è iniziata.
Santos che prende subito in mano le redini del gioco, dimostrando di avere nei suoi interpreti la capacità di gestire un gran possesso palla ed un gioco capace di far correre gli avversari. Il Penarol, squadra coriacea e grintosa, sembra calarsi perfettamente nel ruolo e dimostra di saper correre e soffrire, senza mai andare sotto e tenendo il risultato sullo 0 a 0 al termine dei primi 45 minuti, dando poi l'impressione di poter ripartire in maniera pericolosa.
Inutile nascondere che uno dei motivi di sicuro interesse per questa sfida è il rientro in campo di Paolo Henrique Ganso, il giovane talento verdeoro da tempo ormai seguito dal Milan. L'oca, (questo è il suo soprannome) dimostra già nella prima frazione di gara di avere nelle proprie corde l'alone di stelline e magia per poter giungere alla corte di Massimiliano Allegri. Grandissimo tocco di palla, una classe ed una maturità esemplare nell'entrare sempre nel vivo del gioco dettandone i tempi. Il Ganso c'è e pur non giocando una partita dallo scorso maggio, dimostra di aver recuperato in pieno dall'infortunio. Siamo davanti ad un talento dalla classe cristallina, che per età dimostra enormi margini di miglioramento ma che già lascia trasparire la maturità e serietà per imporsi da subito con le strisce rossonere. Se nel nostro calcio riuscirà a migliorare la capacità di muoversi senza palla, possiamo dire di essere davanti ad un futuro pallone d'oro.
Subito ad inizio ripresa, proprio il Ganso con un colpo di tacco libera Arouca che serve Neymar, l'attaccante brasiliano batte il portiere sul primo palo ed il Santos è in vantaggio.
L'altro giocatore del Santos sotto gli occhi di tutti è Neymar, altro talento indiscutibile ma a mio avviso ancora molto immaturo e caratterialmente difficile da gestire. Ogni tanto Neymar si perde in giocate fini a se stesse e nel primo tempo si è anche reso protagonista di un bruttissimo fallo che avrebbe meritato il cartellino rosso. Da milanista, vedendo giocare Neymar, riconosco le sue grandi qualità ma sono contentissimo e sicuro che la nostra società abbia fatto benissimo a puntare in quel ruolo sul giovane El Shaarawy.
Altro giocatore di grande qualità e prospettiva è il terzino del Santos, Danilo. Non a caso forse, fu indicato tempo fa proprio da Adriano Galliani come talento da osservare ed in effetti, oltre ad aver siglato il bellissimo goal del raddoppio, Danilo ha dimostrato grande corsa e duttilità tattica, arrivando perfino a fare l'incontrista e la mezzala in caso di necessità.
La sfida si conclude sul 2 a 1 per i brasiliani che dopo quaranta anni si riconfermano campioni del sudamerica.
Vedremo se il nostro mercato estivo sarà capace di assorbire ed acquisire un importante talento di questo Santos. Personalmente, (Danilo a parte), mi preme ricordare che nell'ultima coppa Libertadores vinta dai brasiliani bianconeri quarant'anni fa, il numero 10 era sulle spalle di un certo Pelè ed ora è su quelle di Paolo Henrique Ganso |