LA GRANDE DIFFERENZA
di Marco Rizzo

bernabeu

Per anni ho ascoltato Adriano Galliani palare delle grandi differenze tra il calcio italiano e quello spagnolo. Nei fatturati, negli stadi, nel merchandising e nel calore della gente.

Ho sempre pensato che fosse vero, per carità, ma ho sempre ritenuto che si esagerasse un tantino e che le cose qui non erano poi male. Bhe mi sono ricreduto. Vengo da una 5 giorni a Madrid, e devo dire che l’idea è radicalmente cambiata.

Il primo aspetto che voglio sottolineare è quello dello stadio e l’importanza che questo riveste se è effettivamente proprietà della società. Il Santiago Bernabeu è uno stadio aperto 7 giorni su 7. Tutti i giorni dalla mattina alla sera orde di tifosi e turisti invadono lo stadio per fare il classico tour dell’impianto. Parliamo di 16 € a testa per ogni persona, e posso assicurare che quelli che entrano sono davvero tanti. Ma non solo il tour. Girando lo stadio si trova un enorme mega-store di tre piani del club. Maglie, felpe, palloni e chi piu’ ne ha, piu’ ne metta. Sempre e perennemente pieno. Si trova un cinema e un centro commerciale, di proprietà della società, che ospita la sede della Fondazione Real Madrid.

E a proposito della Fondazione, voglio analizzare il secondo aspetto, quello della passione della gente. Camminando per Madrid mi scappa l’occhio su un cartellone che pubblicizza un evento di beneficenza tra le glorie del Real Madrid e quelle del Bayern Monaco al Beranbeu. Sul cartellone campeggiano Figo e Zidane, grandi protagonisti della serata. Mi dico: perché no ? vedo lo stadio, mi godo una bella serata… Abituato alle serate tristi di Fondazione Milan, in cui non si riesce nemmeno a riempire un settore del primo anello di San Siro, mi dirigo allo stadio per la serata con la convinzione che la serata sarebbe stata per “pochi intimi”. Quello che trovo all’uscita della metropolitana (si, allo stadio arriva la Metropolitana…chimera per Milano!) è uno scenario che non mi aspettavo. Decine, centinaia, migliaia di tifosi, tutti con la maglietta del Real Madrid: scopro con enorme sorpresa che lo stadio è praticamente esaurito.

E che stadio! Enorme, moderno, attrezzato in tutto e per tutto per accogliere i tifosi per una manifestazione sportiva con servizi efficienti dentro e fuori lo stadio. Niente barriere, niente tornelli. Niente di niente. Solo tante famiglie, tanti bambini, tanti tifosi venuti per godersi una bella serata. E il calore che i tifosi del Real hanno dato a Zidane e compagni e il rispetto per gli avversari bavaresi (tanti anche piuttosto attempati) è stato impressionante.

Dicevo in precedenza : tifosi tutti con la maglia della squadra. Ufficiale. Questo aspetto non è da sottovalutare. Sembra una differenza da niente ma alla fine si rivela decisiva. Ovunque andassi in città trovavo maglie, sciarpe e merchandising ufficiale. Nelle edicole, nei negozietti di souvenirs, nelle bancarelle fuori lo stadio. Ovunque. In 5 giorni non ho visto un prodotto marchiato Real Madrid (ma vale anche per Barcellona, Atletico Madrid e Nazionale Spagnola) che fosse falso. Cosa inimmaginabile nel nostro Paese, dove il concetto è quasi ribaltato. Se vuoi trovare prodotti ufficiali puoi andare solo nei grandi rivenditori o negli store (pochi) ufficiali. Trovare la merce contraffatta è la prassi. E questi sono tutti soldi che perde la società. Perché ovunque, dai negozietti al mega store, la gente compra i prodotti ufficiali, mandando soldi nelle tasche del club. Quando Perez comprò Kaka e Ronaldo si disse che in pochi mesi sarebbe rientrato dell’intera spesa tramite il mercahndaising che quei due avrebbero mosso. Bhe, ero parecchio diffidente. Ora ci credo in pieno.

Queste sono le grandi differenze per il fatturato : più entrate dallo stadio, più entrate dal merchandising, più entrate perché il tifo è più sano e caloroso.

Non ho scritto questo pezzo per fare il solito italiano che si piange addosso, che schifa quello che ha e ammira quello di altri paesi. No: è inutile negare che all’estero, in questo caso in Spagna, la situazione sia migliore, più sana. E allora il Paese, le società, i tifosi stessi devono muoversi affinchè le cose cambino. Perché la “grande differenza” non deve diventare la“ chimera inarrivabile”. Le differenze ci sono. Sono evidenti. Ma è altrettanto evidente che con uno sforzo di tutti la situazione può migliorare. Per avere stadi più pieni, società meno indebitate, tifosi più sereni. Un calcio migliore è possibile

 
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