Ci vuole una gran faccia...
di Massimo Reginali

GAZZA PALOMBO

Ho sempre masochisticamente ammirato chi sostiene una tesi e, dopo un certo periodo, un'altra diametralmente opposta compiendo un autentico miracolo: quello di "dimenticarsi" cosa aveva, un tempo, sostenuto La classica faccia di c. che, spudoratamente si ricicla per tutte le stagioni. Bisogna essere degli artisti in materia e molti di noi non hanno questo "dono"

- Gazzetta dello Sport 25/06/2011 a firma Ruggero Palombo : “[…] Se le telefonate di Moratti e Facchetti fossero state nella sua disponibilità nel 2006 insieme a quelle di Meani, Lotito, Della Valle, Foti, insomma dei dirigenti degli altri club che al di là della Juve sono stati a diverso titolo coinvolti in Calciopoli (e con le dovute proporzioni condannati), l’Inter sarebbe stata archiviata o deferita? Deferita, è la risposta dettata dal buon senso. Ecco perché quello scudetto 2006, giocato tutto sul principio di un’assoluta trasparenza etica, finirà con l’essere rimesso in discussione dalla relazione Palazzi. Di restituirlo alla Juventus, naturalmente, non se ne parla perché le responsabilità di Moggi e C. restano inalterate. Ma la non assegnazione, al pari di quello del 2005, quale memento di una stagione del calcio italiano tutta da dimenticare, diventerà con ogni probabilità la strada maestra […] “- Gazzetta dello Sport 04/06/2006 a firma Ruggero Palombo : "S'era intuito fin dalle «intercettazioni brevi» (troppo brevi, 48 giorni) della Procura di Torino che una sorta di «cupola» orchestrata da Luciano Moggi fosse al centro di tutto. Napoli ne ha fornito la certezza, con tanto di ipotesi di reato, l' «associazione per delinquere», che al di là di come andranno a finire le cose sul fronte della giustizia penale rende perfettamente l'idea sul piano della giustizia sportiva. A valle di un sistema Moggi, c' è tuttavia dell' altro, e non è casuale che il neo capo dell'Ufficio Indagini Francesco Saverio Borelli abbia corretto questa iniziale forma di sintesi in una frase: «Non un sistema, ma una rete molto estesa». Di intercettazione in intercettazione, si possono infatti identificare con chiarezza due modelli comportamentali sottostanti alla cupola, all' interno di un campionato (uno solo?) chiaramente inquinato dai rapporti che Moggi intratteneva coi designatori con la finalità (principale) di favorire la Juventus: 1) Il modello passivo, 2) Il modello attivo. IL MODELLO PASSIVO Consiste nel trovarsi dentro a un campionato condizionato. Nel prenderne atto, e, nei momenti di difficoltà, consci di essere deboli, ricorrere al potere supremo, cioè ai forti. A Moggi. E' il caso, sia pure con forme diverse, che riguarda Fiorentina e Lazio. Della Valle ricorre direttamente a Moggi e ai designatori. IL MODELLO ATTIVO Consiste ugualmente nel trovarsi dentro a un campionato condizionato. Ma nell' essere così consapevoli della propria forza (mediatica, comunicazionale, imprenditoriale etc etc) da decidere di prendere spunto dall' altrui «organizzazione » (dall' altrui cattivo esempio) per vedere di fare altrettanto. Magari, in prospettiva, di fare anche meglio, visto come un' intercettazione tra Meani e Galliani, a campionato 2004-2005 appena finito, mette bene a fuoco le strategie per andare a occupare ruoli chiave nelle varie commissioni arbitrali. E'l' elemento nuovo che scaturisce dalle ultime intercettazioni, quelle che ruotano intorno al dipendente del Milan e amico dei guardalinee Leonardo Meani: «Un po' di controllo nelle categorie minori è anche meglio» dice Meani a Galliani che risponde «Spinga, spinga». E' chiaro da queste nuove intercettazioni come il Milan conoscesse assai bene il volume di fuoco del «nemico Juve». E stesse studiando per arrivare il più possibile ad avvicinarlo. Ecco perché, nella speciale classifica delle società più inguaiate, il Milan, fin qui quarto a grande distanza dal leader Juve, nonostante la sua responsabilità sia «oggettiva» e non «diretta», balza prepotentemente al secondo posto, scavalcando Fiorentina e Lazio. Ecco perché la posizione di Adriano Galliani, quale presidente della Lega calcio, diventa sempre più imbarazzante. Galliani tiene duro. Ma Rossi e Borrelli potrebbero presto trovarsi a dover ragionare anche di lui"

Un lettore distratto o uno che si interessa poco di calcio potrebbe obiettare "che c'è di strano? Oggi sappiamo molte più cose, ad esempio il coinvolgimento dell'Inter, senz'altro più pesante (Meani non era il presidente del Milan, Facchetti lo era dell'Inter) di quello del Milan che, nel 2006, non sapevamo" Vero, nel 2006 non sapevamo, peccato che... il Col. Auricchio, nel processo di Napoli, abbia ammesso di aver svolto indagini su veline della Gazzetta e che, la stessa Gazzetta pubblicasse regolarmente intercettazioni ed annunciasse sentenze prima che la giustizia soprtiva le rendesse pubbliche (che c'entri il patto di sindacato RCS? Che c'entri il fatto che le intercettazioni furono fatte dall' "interista" Telecom?) Peccato anche che, nell'estate 2006, uscisse di tutto e di più a carico delle imputate (ricordate l'intercettazione di Moggi e Giraudo che prendono in giro Bettega? E quella del trapianto di capelli?) mentre, da quando a Napoli è partito il processo della giustizia civile ed è emerso, in modo imbarazzante, il pieno coinvolgimento neroazzurro... avete mai letto articoli a nove colonne come nel 2006? Avete per caso visto trattato l'argomento Nucini/Polillo con promessa di lavoro quando l'arbitro era ancora in attività, come una qualsiasi altra irrilevante notizia del 2006?

Certo che oggi, per il primo quotidiano sportivo nazionale, dover spiegare ai propri lettori, dopo l'enfasi data a quel "piaccia o non piaacia l'Inter non c'entra", la revoca che a giorni avverrà dello scudetto "via fax" agli pseudo onesti deve essere dura. Ed allora con quella bella faccia che si ritrovano, cercano di ricostruirsi una verginità con articoli tipo quello di Ruggero Palombo di sabato scorso... ma è come tentare di ricostruire la verginità a Cicciolina!

Tutta l'Ialia non intersista identifica la Gazzetta dello Sport come l'organo ufficiale neroazzurro e loro si indignano, tirano fuori la gloriosa storia della testata, la serietà dei propri giornalisti... peccato che poi, in questa calda estate : Santa Margherita ligure - Flavio Bondi di RCS sport: "L'Inter è una azienda che abbiamo voluto fortemente nel nostro portafoglio . In RCS nasciamo interisti, per noi era un'ambizione ..."

Ma consliamoci, al loro "mai stati in serie B", presto, molto presto, potremo ribattere "mai avuto scudetti di cartone e nemmeno revocati!"

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