LO SCUDETTO DELL’AC-CA(R)TONE!
di Gianpiero Sabato

spillaIl primo titolo che mi era venuto in mente per questo pezzo è: SPUTTANATO!
Poi, a seguito della reazione isterica immediatamente successiva alla pubblicazione della relazione del Procuratore Palazzi, ho deciso di modificarlo.

E’ veramente disgustoso notare come il signor Moratti si sia attaccato al “cadeau cartonato” del 2006 e non lo voglia mollare più qualunque cosa venga fuori e qualunque cosa succeda.
E’ ancora più disgustoso che lo faccia in presenza di una grandissima fetta degli stessi tifosi interisti che ammettono che quello scudetto andrebbe restituito e non fosse assegnato a nessuno.
In pratica, il patron nerazzurro mette ancor di più in imbarazzo la propria tifoseria, perpetrando una figura di merda che sta assumendo dimensioni colossali.

Ma il disgusto maggiore lo si prova quando arriviamo sull’argomento Giacinto Facchetti.
Eh no caro presidente Moratti, ci consenta: siamo noi tifosi non-interisti a chiederle a viva voce di non infangare la figura dell’ormai defunto ex presidente nerazzurro Facchetti.
Usare ad arte ed in modo strumentale il fatto che “non si possa infangare” il nome del glorioso capitano interista è da parte sua un modo becero di sottrarsi alla verità e di nascondere le sue enormi responsabilità.
Spostare l’attenzione di tutti su Facchetti non è altro che un patetico tentativo di impedire che si parli compiutamente delle malefatte sue e dell’Internazionale FC.

Non esiste un solo tifoso avverso, nessun giornalista, nessun addetto ai lavori e nessun Procuratore Federale che ha solo per un attimo pensato di mettere sullo stesso piano Giacinto Facchetti e Luciano Moggi.
Nessuno che abbia scalfito l’onorabilità di una persona che nel mondo del calcio si è distinto per la sua signorilità.
Facchetti ha agito nell’esclusivo interesse di difendere la propria squadra dall’illecito strapotere esercitato sul nostro campionato dalla cupola juventina, ha fatto cioè quello che hanno fatto i signori Meani, Lotito, Della Valle e Foti.

Ma comunque sia, è altrettanto incontrovertibile che “l’eccesso di amore” (o di difesa) per ottenere dei vantaggi in classifica per la giustizia sportiva è passibile di azione sanzionatoria. Quindi, caro presidente Moratti, la smetta di trincerarsi dietro alla figura del suo ex presidente per mascherare e non ammettere le colpe sue e del suo club.

Certo, è comprensibile la reazione scomposta di chi, attraverso la compiacenza della stampa, per anni ci ha letteralmente frantumato i coglioni con la storia dell’Onestà: è solo mancato, dopo le spille e gli slogan, che ci facesse vedere pubblicamente le stimmate da martire del calcio italiano!
E’ comprensibile, quindi, che oggi faccia quasi fatica a mantenere un minimo di lucidità e si trovi a proferire frasi senza senso con aspetto e voce ansimante!

In questa situazione lei ci si è cacciato con le proprie mani: lei ha accettato e festeggiato uno scudetto che non le apparteneva pur sapendo perfettamente che la pratica di telefonare ai designatori (come tutti gli altri) era continua da parte del dirigente che aveva messo a capo del suo club e, soprattutto, anche da parte sua.
Avrebbe evitato la valanga di guano che le sta giustamente cadendo addosso se avesse condannato il sistema-Moggi e non avesse accettato regali da un Commissario interista messo deliberatamente a capo del calcio italiano.
Dopo aver speso centinaia di miliardi senza vincere praticamente nulla, non le è sembrato vero di togliersi l’etichetta dello “scemo del villaggio” in qualunque modo e con qualunque mezzo.

Ma tutti i nodi prima o poi vengono al pettine.
Non si preoccupi presidente Moratti, probabilmente quello scudetto non potrà revocarglielo nessuno.
Pur tuttavia, la sua ignoranza è tale da pensare che la non necessità di restituire il maltolto le permetterà di rifarsi una verginità!
Eh no, troppo tardi.

Il Procuratore Palazzi, quello stesso signore che lei e la sua pletora avevate quasi santificato cinque anni fa, ormai ha “già fatto giustizia” togliendo definitivamente il velo alla sua vera identità.
I giornali compiacenti ci hanno provato per anni a rifarle a pagamento i connotati per non farla apparire sempre “lo scemo del villaggio”.
Tutti a dire che “è vero che non vince nulla, ma siamo in presenza di un vero signore!”.

Ecco, caro presidente Moratti, provi per una volta a smentirci tutti e ci faccia vedere che perfino lei è capace di un gesto da signore: non dico di rinunciare alla prescrizione (vuol dire che non avremmo proprio capito nulla di che persona lei sia), ma compia il gesto di restituire il premio della scudetto prima che si riunisca il Consiglio Federale.
Gli effetti sarebbero almeno due.
Il primo quello di togliere dall’imbarazzo il Presidente Federale Abete dal dover compiere un gesto mai compiuto in vita sua, e cioè quello di decidere qualcosa; il secondo quello di risparmiarle per sempre il titolo di ACCATTONE.

Anche perché, una volta che lei si fregiasse anche di quel titolo, ci metterebbe in seria difficoltà: avremmo finito gli aggettivi e gli epiteti con cui apostrofarla!

Non servirà a restituirci 5 anni di calcio post-Calciopoli completamente falsato, ma almeno servirebbe a restituire a lei un centesimo della dignità che spetta a tutte le persone normali.
Dopo di che le nostre attenzioni si focalizzerebbero su un altro problema: chi ha avuto l’interesse ed ha materialmente contribuito a nascondere per cinque anni le prove che l’Inter faceva parte come tutti gli altri di un sistema malato quale quello del calcio italiano?

La nostra curiosità di sapere va soddisfatta, anche perché siamo sicuri che questa storia deve ancora riservarci la sua parte più divertente (si fa per dire!)!

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