TRIBUTO A GIOVANNI LODETTI
di Daniele Mantovani

lodetti

Magari per 53 anni ed 8 mesi la vita ti passa. Ma dietro. Che significa? Forse che tutto quello che ti accade viene già vissuto come un ricordo, lo metti alle spalle e diventa il giorno dopo motivo di rimpianto o, peggio, di rimorso. Questo mi è accaduto per l’infinito della mia vita a ritroso, mai impostata sugli esempi che danno di fare cose ma solo sulle nostalgie che rendono la vita ogni giorno peggiore.

Finchè senza nemmeno cercare, un una anonima sera, un anonimo ristorante nella città che meno amo al mondo accade un fenomeno senza preavviso, che manda all’aria il tavolo da gioco. E succede che i ricordi diventano presente , che i visi vecchi diventano moderna concezione , che tornano a valere alcuni aggettivi ( che so… umiltà , bontà, riconoscenza, voglia di partecipazione). E che tutto questo profumo di buono si ribalta sulla possibilità progettuale che questa minestra possa diventare buona ed utile dalla mattina dopo.

Capito nulla vero ??

Sabato 4 giugno 2011, ristorante Il Palio di Settimo Milanese, festa del giornale per il quale ho avuto il piacere di scrivere nell’ultimo anno , “ MondoMilanDay”. Arriva gente da ovunque ,fa impressione che anime impegnate in giornata laboriose interrompano tutto (vi ricordate uno dei miei primi articoli “ Non Ho Tempo” ) per trovarsi qualche ora , partendo dalla Calabria, da Bologna, da Mantova, da Lecce, da Grosseto e chissà da dove. Quello che appare è una foto di persone entusiasmante dalla propria iniziativa e dal successo estetico e pratico di essa. Associata allo scudetto del Milan è una miscela mica da poco. Ma non è questa l’emozione. Io poi, nemmeno milanista, io poi ormai disabituato ai rumori da feste che non frequento più, io poi che da sempre quando torno da una serata di gala ho una reazione psicopatica : Piango!!

No, l’emozione ha il viso di un uomo, i movimenti di un signore tutto sorrisi, il rumore della voce lombarda ma non troppo che non ti aspetti. La serata fa spolvero al suo fianco , viene circondato ed in ore non manifesta mai indolenza , i vuoti sono colmati da sue iniziative inneggianti a mille cose e non solo al Milan. Perché mentre intona un altro inno allo scudetto tu ti immagini che potrebbe urlare un canto alpino , un inno di compleanno o una canzone di Gino Paoli alle 3 di notte in una baita.

I bicchieri sfiorano la serata , poi la invadono ma non c’è mai senso del troppo ma profumo di bello. E’ una persona nota il nostro uomo , notissima. Per gli amanti del calcio il massimo. Negli anni in cui tutto era più sano ( ..senza Signori finti … “battuta”) vittoria di campionati , coppe di ogni tipo. Una vita da mediano con dei compiti precisi. Come ora mentre firma la ventesima sua immagine in maglia rossonera, senza stancarsi e portandosi da casa il cofanetto con foto e penna rossa e penna nera per dare il massimo del risalto. Parla a ruota libera , vorrei non andasse mai via e raccontasse tutto quello che un cinquantenne come me vorrebbe sapere di allora. Parla di Rivera , Schnellinger, Rosato ( che sguardi dolci verso la figlia dello stopper mancato un anno fa, mamma mia …) , Albertosi … ma parla di sé e quando dice “ Io non sono mai stato una riserva “ capisci che non c’è traccia di boria ma solo un cuore di uomo che regala.

Una foto, un’altra, potrebbe “tirarsela” da morire, invece esalta le figure di contorno come se fosse lui ad elemosinare una serata in TV e non il contrario. Sa di calcio, ma la sensazione che sappia di altro. Mi viene in mente una frase di Mourinho “ chi sa solo di calcio non sa di calcio” e mentre si alza dal tavolo , prova ad andare via … un altro inno … due passi, sicuri il giusto e poi quello che tutti vorremmo sentirci dire nella vita , da un amico, dalla moglie, dai figli : “ Ohhh fra un anno qui, anche se non si vince , perché l’importante è essere forti e belli nello stesso modo , quando si vince e quando si perde”! …

Mio Dio che distanza dal mondo fuori dalla porta. Allora è proprio vero , il mondo di allora era migliore !!

Esce, sale sulla sua macchina, lo accompagno con lo sguardo e.. GRAZIE GIOVANNI LODETTI , mi ero scordato che cos’è “il mestiere di vivere”

 
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