di Gianpiero Sabato
Il sorriso e le parole di Barbara Berlusconi sono state la cosa più bella e significativa del raduno del Milan 2011/2012 di martedì scorso a Milanello. Era inevitabile che l’attenzione di tutti fosse catalizzata dalla annunciata conferenza stampa di Silvio Berlusconi dopo la sentenza di condanna di Finivest pronunciata dalla Corte d’Appello di Milano sul cosiddetto “lodo Mondadori”, attesa andata delusa dall’assenza del Premier per importanti motivi istituzionali.
Ci hanno pensato Galliani prima e Barbara poi a trasmettere a tutto l’ambiente il messaggio rassicurante del Presidente Berlusconi: nessuna intenzione di mollare “la sua creatura preferita” e, soprattutto, nessuna ingerenza di tale sentenza sul mercato rossonero.
Eppure le voci che si sono rincorse nelle ore successive alla sentenza sono state le più disparate, dalla “confidenza” fatta da Berlusconi a qualche amico circa la sua volontà di mollare tutto, alla voce di una possibile cessione di una quota di minoranza a qualche soggetto straniero (russi di Gazprom in testa). Ma allora, come è possibile che si sia passati da questi scenari allarmistici a quello più tranquillizzante per “le casse” del Milan?
Pagare una cifra di 560 milioni di Euro alla Cir come risarcimento dei danni per l’acquisto di Mondadori da parte di Fininvest è una cosa enorme, soprattutto se si pensa che tale cifra è addirittura superiore alla attuale capitalizzazione di borsa della stessa società (ai valori di mercato di ieri la capitalizzazione di Mondadori era di 550 milioni circa). Senza voler assolutamente entrare nel merito della sentenza, si parte dal presupposto che Fininvest è comunque una azienda molto solida, prova ne sia che non ricorrevano i presupposti di una delle cause per cui poteva chiedere la sospensiva della sentenza (e quindi del pagamento immediato), in attesa della Cassazione, e cioè dimostrare che da tale pagamento poteva derivare un grave e irreparabile danno alla Fininvest per svolgere la propria attività.
In occasione della sentenza di primo grado, la società del Biscione aveva ottenuto dalle banche (Intesa, Unicredit, Montepaschi e Popolare di Sondrio) una fidejussione di 806 milioni di euro per garantire il pagamento della eventuale sanzione risarcitoria (ricordiamo che in primo grado la cifra era ben superiore ai 700 milioni di euro). Cir (De Benedetti) ha già avviato la procedura per incassare immediatamente la cifra stabilita, ma qui viene fuori la forza finanziaria della società della famiglia Berlusconi.
Fininvest pagherà subito tale cifra, ma ha deciso di farlo senza fare ricorso a tale fidejussione bancaria, e questo per evitare di pagare le ingenti commissioni bancarie previste in caso di esecuzione della fidejussione. Molto meglio fare ricorso alla liquidità a disposizione del gruppo.
Secondo i dati a disposizione, alla fine del 2009 figuravano 700 milioni di euro in cassa e 950 milioni di affidamenti bancari a breve termine non utilizzati. Verranno pagati subito i 560 milioni previsti, si imbastirà con la calma necessaria il ricorso in Cassazione (per una cifra del genere non si può commettere nessun tipo di errore), e si aspetta con fiducia che l’accoglimento (anche parziale) di tale ricorso riporti in cassa una cifra importante. Tempi previsti per la chiusura della vicenda un anno e mezzo circa.
In attesa di ciò si è deciso che la vicenda non influirà sula gestione dell’asset AC Milan. In caso di estrema necessità (se le cose dovessero mettersi male), più che ricorrere alla cessione di una partecipazione di minoranza, l’ipotesi più concreta potrebbe essere quella di quotare una quota del capitale in Borsa, non su quella italiana bensì su quella di Hong Kong (l’Hong Kong Stock Exchange), piazza sulla quale a breve debutterà anche il Manchester United con l’obiettivo di raccogliere 1,7 miliardi di sterline (e dove recentemente si è quotata un’altra azienda italiana, Prada).
Le autorità asiatiche vedrebbero di buon occhio l’operazione Milan anche, e soprattutto, tenendo conto della grande risonanza e seguito che ha il marchio della società rossonera da quelle parti: in Asia il Milan può contare su milioni di tifosi.
Ma questa per ora è solo una ipotesi, è nota infatti la convinzione del Presidente Berlusconi che “il cuore non si può quotare in borsa”. Per ora, quindi, si vada avanti secondo quelli che erano i programmi prestabiliti, e si completi la squadra con l’acquisto del calciatore (o calciatori) che servono a ridurre il gap con la concorrenza soprattutto in campo europeo.
Il Milan è già una squadra competitiva per il campionato italiano, ma l’obiettivo è quello di tornare competitivi in campo internazionale, e per fare questo non si può prescindere dal portare a casa uno dei nomi che continuano a tormentare il mercato dei tifosi milanisti. Del resto Barbara ha già dichiarato che l’obiettivo è tornare a vincere la Champions League: niente da dire, tutta suo padre! |