Un nuovo Egitto

Quaranta parole, pronunciate tutte d’un un fiato, hanno chiuso trenta anni di regime di Hosni Mubarak.
«Cittadini, in nome di Dio misericordioso, nella difficile situazione che l’Egitto sta attraversando, il presidente Hosni Mubarak ha deciso di dimettersi dal suo mandato e ha incaricato le forze armate di gestire gli affari del paese. Che Dio ci aiuti»
Questo lo scarno comunicato letto dal vicepresidente dell’Egitto, Omar Suleiman.

Gli Egiziani non potevano rendere migliore omaggio ai 300 caduti di questi 12 dodici giorni di rivolte, in una domenica di febbraio ribattezzata : “il giorno dei martiri”. Lo aveva già capito e ben detto il romano, tunisino di Cartagine, Tertulliano, che il più grande regalo che gli oppositori possono fare a chi lotta per una grande causa, è l'eliminazione fisica, lo spargimento di sangue umano. E la sua profezia si è anche questa volta puntualmente avverrata: tutti i gruppi egiziani, senza eccezione alcuna, hanno incontrato Omar Suleiman, il Vice Presidente nominato pochi giorni fa da Hosni Mubarak e hanno sottoscritto una tabella di marcia che dovrà transitare il vecchio Egitto in una nuova era di giustizia, benessere per tutti e di democrazia all’interno del Paese e nella Regione.

L’era Mubarak è finita. Il suo protagonista ha subito sei attentati; ha combattuto nella guerra del Kippur, ha riconquistato il Sinai, ha impedito l’avvento al potere degli estremisti islamici, si è battuto per una pace nella regione e ha contribuito ad un miglioramento economico di una parte della popolazione. Ha messo insieme una fortuna invidiabile come 70 miliardi di dollari, circa 50 miliaridi di Euro.Come abbia fatto? Gli conviene ritirarsi in buon ordine con dignità se vuole evitare seri problemi al Paese, alla sua persona e alla sua famiglia.

Gli Egiziani vogliono potersi finalmente riappropriarsi del loro destino utilizzando la normale logica democratica e sopratutto non vogliono continuare a pagare una finta stabilità della Regione.

“C’è una linea rossa che non dovremmo mai superare: l’impegno a rispettare i diritti umani e la dignità della persona umana. Non ci dovrebbero essere compromessi di sorta” .Angela Merkel

Mi auguro che la rinascita dell’Egitto si accompagni ad una altrettanto necessaria rinascita dell’etica politica internazionale nel nostro vecchio continente, nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, ispirata agli autentici valori della democrazia e, perchè no, del miglior pensiero cristiano e islamico.

Cominicia il nuovo Egitto.

 
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