"My name is Jack Bauer, and this is the longest day of my life"
Ha cambiato il piccolo schermo. Ha saputo anticipare il futuro. Ha abbracciato il più spietato politicamente scorretto.
Ha reiterato un’ idea precisa, adrenalinica e coinvolgente di Cinema. "Ha dato vita ad una serie che ha spalancato le porte a nuove possibilità sul piccolo schermo. Anche e soprattutto perché, prevedibili o no, verosimili o no, credibili o no, le storie di 24 avevano la capacità di coinvolgermi al punto di farmi spalancare le braccia a quel meccanismo di sospensione dell'incredulità indispensabile per goderne appieno".
Meccanismi tanto vicini alla perfezione.
Mi ha fatto compagnia per 9 anni.
Ha segnato la mia vita. L'ha scandita.
Una serie che ha debuttato in patria nel novembre del 2001, a soli due mesi dal giorno che tutti ricordiamo come uno dei più tragici della nostra storia, anticipando anche quello.
Antieroe contraddittorio, affascinante e intollerabile.
Jack Bauer non è mai stato un “servo del potere” o “un cane delle istituzioni”.
È e resta uomo senza requie.
Nichilisticamente ligio al dovere, ha sempre accettato di sacrificare colleghi e parenti, salvo poi vedersi accusato di tradimento. La sua è una vita maledetta: tutto quello che tocca, muore. Da qui l’impossibilità di redenzione.
"Jack è uno che ha torturato, che ha ucciso"
È uno che è stato torturato, uno che è arrivato a diventare tossicodipendente per non far saltare la propria copertura.
Uno che è solo uno.
Perché come lui non c’è nessun altro.
Perché Jack Bauer è un'idealista. Lo è sempre stato."
Quanto mi manchi, Jack.
Mi mancano quelle storie, quegli intrighi, quell’orologio. Mi manchi tu.
E allora caro Jack,ti aspettero' come si fa con una grande amico.
Perche' di te ho bisogno.
Nel frattempo ti penserò.
Mi preparerò.
Ti verrò a trovare ancora
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