"E' questo è l'inno del corpo sciolto, lo può cantare solo chi caca di molto"
È arrivata la manovra del governo tecnico Monti, ha svelato le proprie caratteristiche.
Una manovra iniqua che colpisce ancora una volta i deboli e che non sfiora, se non con ridicole misure, chi non ha mai pagato. Una classe politica ormai totalmente inetta, vecchia, incapace di comprendere il cuore del paese.
Una classe politica da bocciare, un governo tecnico che, alla prova dei fatti, è da bocciare anch'esso, perchè senza coraggio. Questo, d'altronde, è il governo di chiese e banche.
Qualsiasi governo non avrebbe potuto fare una manovra più vergognosa di questa.
Una manovra che ammazza lo stato sociale.
Tutte le misure analizzate sono, come al solito, a chiaro vantaggio di chi non ha pagato prima e che continuerà a non pagare e a chiaro svantaggio di chi ha sempre pagato e che continuerà a pagare, sempre di più.
Questo governo è vigliacco esattamente quanto i precedenti e continua a fare danni, ponendo veti sull’aumento Irpef e sul tassare i patrimoni.
Il presidente Monti aveva preannunciato una manovra dolorosa, ma equa.
In realtà è difficile trovare elementi di equità nel decreto, dove tutto pesa sulle spalle dei ceti medio-bassi.
Si colpisce per l’ennesima volta dipendenti, pensionati e coloro che le tasse comunque le pagano e contribuiranno a ridurre ulteriormente il loro potere d’acquisto e quindi i consumi, con effetti depressivi sul sistema economico.
Non c’è nessun intervento sull’evasione fiscale, per ridurre la precarietà, per favorire l’occupazione.
Gli elementi di sedicente equità sono foglie di fico, e per di più striminzite.
Ora, ancora una volta è in atto una rappresentazione della realtà abbastanza squallida.
Aumentare l’iva, come accadrà verso la fine dell’anno, preferendo questa misura all’aumento dell’Irpef, pur essendo verissimo che l’Irpef per chi guadagna tanto è già al 43%, è una misura assolutamente ingiusta.
Come è ingiusta l'ici sulla prima casa, in quanto per me la casa ed il lavoro sono due diritti della persona.
Non c’è alcun verso di considerarla equa. Non lo è.
Per chi non arriva più alla fine del mese, questa manovra sarà insostenibile: per chi è al 43% di Irpef, questa manovra sarà accettabile. Il bilancio è questo.
Ma nel paese dove la logica corrisponde all'illogica tutto torna.
Le lacrime di una donna lasciano sempre, in chi le guarda scorrere, una sensazione di passeggero stordimento e di senso di colpa. Le lacrime del ministro Elsa Fornero hanno disarmato, per pochi istanti, le incazzature di tutti quelli che si sentono usati come bancomat, e non sono affatto colpiti dalla rinuncia di Monti al suo stipendio da ministro.
Il pianto veloce è il perfetto complemento della sobrietà: l’umanizzazione della catastrofe attraverso una smorfia di dolore e un paio di occhi arrossati, un sorriso nervoso, il bisogno di qualche minuto per riprendersi, nemmeno un fazzoletto.
“La parte più dolorosa”, aveva detto Elsa Fornero, prima di emozionarsi.
La parte più dolorosa arriva adesso.
Si fa appello al senso di responsabilità di tutti, ma non tutti rispondono a questo appello.
La coperta è una, è corta, e in questo momento, con questa manovra, continua a lasciare scoperti i piedi.
"E tutt'a un tratto si fa quello che ci pare e a chi ci dice, dice te fa' questo o quello noi gli cachiam addosso e lo riempiam fino al cervello. La merda che mi scappa si sparga su di te" |
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