A CHE ORA SI GIOCA IN PARADISO ?
Freccie avvelenate e colpi di sole fuori stagione. Tanti. Un po’ l’uno ed un po’ l’altro per il  MILAN che con rimonta d’altri tempi passa da 0.3 a 4.3. Ma forse d’altri tempi è sto campionato dal passo morbido e mi scuso con la BandAllegri se avevo previsto la vetta per Natale. Sarà per il ponte dei morti.Soprattutto perché sembra calare la Ibra-dipendenza con futuri grandi benefici di gruppo a patto di non far nascere una Thiago Silva-dipendenza, cosa un po’ più probabile.

Ormai da anni quelle di GUIDOLIN sono freccie avvelenatissime.Guida con giustizia totale questa serie A. Ne cambia a volte 6 di uomini, ma gioca col sorriso ed una maestria didattica. Mercoledi  Napoli-Udinese, scherzi finiti, si “smacherano” in 2.
Pungente e da risveglio nevrotico la freccia che si conficca nelle carni della JUVE. Orfana dell’unico acceleratore a disposizione (Vidal) e mal protetta da giovani cani (Bonucci) e vecchi (ed un po’ sorprendenti)cani (Chiellini), torna un triste puzzo che sembrava evaporato in estate. Alle porte Inter-Juve:decisiva !
E che dire dei missili a punta che spediscono la LAZIO lassù, dove starà fino alla fine se meglio farà la coppia centrale troppo muscoli (Biava, Dias) e soprattutto reggerà quel poderoso talento che mi sono goduto prima di dormire domenica notte, Hernanes. (Di Klose non parlo più).

Ma il veleno più mordente in queste ore ha patria a Manchester e Madrid.
Terribile  cappotto, per un amante di FERGUSON e simpatizzante dello United come sono. Perdere 3.1 o  6.1 non è uguale, i pascoli lasciati ai bomber del City sono senza ragione. Se passaggio di consegne sarà lo vedremo, sicuro dovrebbero fischiare un po’ di cose ai benpensanti (il 90%) felici del volo oltre Manica di Balotelli. Lo pensavo in sede di cessione, lo penso ora: Lui è proprio buono ! Ed un pacchetto offensivo come  quello dei Citizen fa capire perché si possa spedire a far danni altrove (da noi, ovvio) Mr. Tevez.
Chi avvrebbe detto che alla nona giornata il BARCELLONA sarebbe stato terzo in classifica. Classifca schiacciata, nessun allarme. Ma a parte la folle testa del Levante, ci si può godere , volendo , le magie delle merengues. Macchina in via di perfezionamento, poco turnover ma mirato nel reparto che più spende, cioè i trequartisti/ fenomeni dietro Higuain o Benzema, la cultura del sacrificio è di casa ormai anche per Ozil, Di Maria, Kakà, C.Ronaldo. E’ un REAL  bellissimo, non perdetelo di vista, fa bene al cuore.

Ma io poi perché sto parlando di calcio, mica avevo preparato l’articolo così. Volevo farvi male con la morte di Gheddafi e la prova che nell’odio tutte le tribù si asssomigliano, con Sarkozy e la Merkel che ridono di noi in diretta mondiale(ed io che mentre sbeffeggiavano pensavo ad Italia Germania 2.0 di Dortmund ed al rigore di Grosso con la Francia..Campioni del Mondo !!). Magari ricordare a Brunetta che mancano 16 giorni alla scadenza dei tre mesi con cui sentenziò ,il 10 agosto, i termini per la nostra guarigione finanziaria.  Avevo anche in saccoccia un “benevole” commento sulla rock star Madonna che deve essere immiserita a nostra insaputa se lascia il fratello a fare il clochard per le strade d’America anzichè passsargli almeno un sussidio stile Tremonti (503 euro al mese di pensione per un bel po’ di nonni di casa Italia).
No, no. Non mi piacciono i motori, non mi interesso di AutoMoto tranne tifare contro la Ferrari di Boria-Montezemolo e la Fiat di Bugia-Marchionne. Però quel passaggio sul corpo che ho avuto la sfiga di vedere in diretta tv alla Snai ,mentre perdevo i soliti 3 euro… quel colpo che (Valentino) involontariamente infligge al compagno di merende e di lingua madre, quella morte in diretta di Marco SIMONCELLI si divora tutte le mie emozioni da infelice sportivo domenicale.

Mi sono sorpreso, si. Pensavo ormai di avere le spalle larghe perché il mio percorso terreno è stato tante volte cadenzato da simil cose.

Era estate, ero bimbo(allora esistevano i bimbi), al paesello ci vantavamo di avere un calciatore di serie A ed un  nazionale (giocò, con poca gloria a dire il vero, la partita delle partite : Italia-Germnia 4.3 , mondiale del 1970 in Messico). Fabrizio Poletti in un caldo pomeriggio arrivò al “baretto” con Gigi MERONI., il funambolico ed imprendibile fantasista del Torino. Da svenire. Pochi mesi dopo , sulle striscie pedonali del centro della città piemontese, uno accanto all’altro anche in quel frangente, Meroni veniva falciato da una macchina in corsa. Fine dei giochi e primo contatto con il volo in cielo di quelli che noi pensiamo immortali. Prima resa dei conti con i morti che non sono di casa ma che sono ugualmente in casa. La casa dei nostri sogni.

E’così che domenica mattina sono tornato con la mente sugli spalti dello stadio di Verona, settembre 1989. Un Verona – Juve senza arte ne parte. Come senza arte e senso era il viaggio in Polonia in quelle ore di GAETANO SCIREA. Mentre tornavamo verso casa la notizia che era bruciato, in una macchina di merda, per una partita di merda, in un paese (Polonia) da detestare per il dolore che ci aveva inferto. L’unico difensore al mondo mai espulso e credo mai o quasi mai ammonito, l’unico che non bestemmiava. L’unico che nessuno ha osato fischiare , da vivo e, incredibile, da morto. Che dolore.
E poi ancora prima, quei profumati pomeriggi da ventenne felice, squarciati da una morte in diretta che ci feriva perché portava via pezzzi del nostro giochino. Pezzi che custodivamo anche se il calciatore (RENATO CURI) era un avversario e neanche dei più prestigiosi.

E prima ancora lacrime , libri letti e  romanzi alla memoria, per intristirsi sul corpo di un grande calciatore colpito da un proiettile sparato da un amico gioiellere esasperato dalle mille  rapine, che senza riconoscerlo uccide RE CECCONI, biondo centrocampista della Lazio che per scherzo inscenò un’ infelice e scherzoso furto.

Poi la vita cominciò a trattarmi male ed io a trattare male lei. Era una sera di tristezza che sfuggivo vagando senza meta in macchina, quando fui fulminato dalla radio, nemica in quel caso: “AGOSTINO DI BARTOLOMEI , immenso giocatore degli anni ottanta, si era tolto volontariamente la vita”. Depressione la presunta causa, non accettazione del silenzio intorno e dell’allontanamento di tanto di quel mondo antico di amici evidentemente finti, che è il calcio. Cazzo, uno come noi, scappa via perchè deluso. Gli ho voluto un po’ più di bene rispetto a quando contibuiva  a purgarci con quella Roma tanto forte.  

Siamo fatti così noi perditempo dello Sport, noi che preferiamo una palla che rotola rispetto ad una domenica pomeriggio in un outlet o dentro le tristi vasche di Via Indipendenza. . Riusciamo a piangere per gli sconosciuti, ma perché non sono sconosciuti, sono i protagonisti che popolano il nostro Paradiso, quelli che consentono di affrontare il resto della vita un po’ meglio, anche quando va tutto a puttane.
Ma non ditelo a casa, non ditelo a moglie e figli;  come farebbero a capire che sappiamo piangere di più per la morte di Scirea, Senna , George Best,Pantani rispetto al trapasso della zia novantenne che da almeno 15 anni non diceva una cosa che ci interessasse un minimo ? Come potrebbero non sentirsi espropriati dal monopolio di un dolore che quelli “normali”(cioè quelli che non hanno mai pianto per una sconfitta della propria  squadra) ci insegnano a provare solo per poche e ben altre cose. Quelle che loro hanno stabilito contare di più.

Non c’è una graduatoria del dolore. Qui la classifica dei tormenti la fa la nostra anima, non lasciamola fare ad altri. E quando ho visto camminare e disperarsi il papà di Simoncelli in diretta tv, scuotere la testa, come un pugno nella stomaco è tornato violento il ricordo (mai volato via) di una notte di gennaio di 13 anni fa, una palestra, una palla, giovani belli e forti che corrono, ridono , fanno sport e si amano profondamente , quando vincono, quando perdono, quando sono lì.

Pericolo in agguato, maledetto e  come un gatto che ad occhi chiusi attraversa la strada, e rischia tutta la vita in un solo momento, l’amico più amato, più forte, più uguale e più diverso, cade. Si rialza, ricade. Non si rialza. Mai più. Non è un giocatore famoso, non lo sarebbe diventato. Ci univa il sorriso, l’ironia, il vino, il lavoro, il capire senza dirselo, il ridere delle stesse cose.

Mi piace pensare che anche lui, come tutti quelli che abbiamo maledettamente perso per strada, possa giocare lassù… Palla a Scirea che lancia per Meroni, salta 3 uomini , si infila in area, serve Re Cecconi… tiro .. respinge il portiere ma arriva MAURIZIO e la mette dentro. Gol !

Chissà a che ora si gioca in Paradiso ? Chissà se ci sono ancora biglietti ? E chissà se poi possiamo   berci qualcosa e tornare a ridere ?
 
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