LA NOSTRA CRESCITA TATTICA
Trascorse le due settimane di sosta per le ultime gare di qualificazione ad Euro 2012 delle nazionali (facendo i doverosi complimenti alla bella nazionale azzurra di Cesare Prandelli), è tempo di rituffarsi appieno nelle partite della Nostra Squadra, impegnatissima fino alla prossima sosta fra Campionato e Champions League.

Sono state, queste, due settimane di intenso lavoro fra le mura di Milanello, dove si è analizzata al dettaglio la brutta prestazione contro la Juventus e dove, soprattutto, si è riusciti a recuperare diversi giocatori che, al momento, non abbiamo ancora potuto vedere scendere in campo con la Maglia Rossonera (Mexes e Robinho i due esempi più lampanti).
Dati certamente positivi questi, ma non risolutivi e definitivi per consentirci di fare quel salto in avanti che è necessario per rimettersi in carreggiata.
Il Nostro percorso e, per essere più precisi, la riuscita dello stesso, deve gioco forza passare per una crescita complessiva della Squadra: crescita che non riguarda solamente la condizione fisica e mentale, ma soprattutto quello che va fatto in campo, come dobbiamo muoverci, come dobbiamo pensare e come dobbiamo comportarci a livello di Squadra.

La crescita tattica della Squadra passa da tre nodi cruciali:
1. Pressing. Quante volte abbiamo visto, in questa stagione, gli uomini di Allegri aggredire alti e recuperare palla come facevamo lo scorso anno? Mai! Questo è il primo dato che deve farci riflettere, e che deve suggerirci di stare in campo in modo migliore, più vicini e più organizzati nell’alzare il baricentro per andare in pressione sul portatore di palla avversario.
2. Rottura del gioco avversario. Non possiamo certo quantificare quanto pesi l’assenza di Rino Gattuso, ma è fuori discussione che in diversi momenti della partita lasciamo per troppi minuti i pallone fra i piedi avversari, girando praticamente a vuoto. Tralasciando quanto successo al Camp Nou (quella squadra è illegale per chiunque), ricordiamo diverse circostanze (primo tempo col Viktoria Plzen e tutta la partita di Torino) in cui non l’abbiamo praticamente mai vista.
3. Verticalizzazioni. Quest’ultimo punto è strettamente collegato alla forma fisica dei Nostri uomini di qualità: molto spesso infatti abbiamo immediatamente l’idea di giocare il pallone in verticale e di servire presto gli attaccanti. Altrettanto spesso, tuttavia, non siamo eccessivamente precisi in questi palloni in verticale, con delle conseguenze a catena: i Nostri attaccanti si isolano dal gioco, fanno fatica a recuperare e a dar manforte in fase difensiva; teniamo poco il pallone fra i piedi esponendoci a contropiede letali eccetera eccetera.

E’ chiaro che al miglioramento dell’aspetto tattico dovrà abbinarsi un atteggiamento mentale da grande, grandissima Squadra quale siamo.
Ma già effettuare questi piccoli accorgimenti sarebbe un decisivo ed importante passo in avanti.
Forza Ragazzi!
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