PRESIDENTE SE NE FOTTA
Caro Presidente
se ne fotta

D'altronde, guardiamoci negli occhi, io e Lei, vis a vis: dica la verità, qualche scemenza, forse non solo qualche, e forse non solo scemenza, l'ha fatta anche Lei, via, lo sa bene...
Adesso è inutile che io e Lei ci mettiamo a cavillare sui massimi sistemi, sui perché e per come, sulle ragioni e sui torti, francamente questa non è la sede idonea né io e, credo, Lei stesso abbiamo tanta voglia di discuterne, ora.
Ci sarà tanto tempo per questo, ne parlerà coi suoi collaboratori, coi suoi amici, anche coi suoi familiari, quando ne avrà il tempo e la voglia: possiamo pensare tutto ed il contrario di tutto io, i suoi elettori, i suoi avversari politici, l'opinione pubblica italiana ed internazionale ma sarà alla fine il giudizio equanime della Storia, quella con la S maiuscola, a dirimere col tempo l'intricata trama della sua vicenda umana e politica, quella stessa Storia che invece, vedrà, sarà impietosa con chi ora stoltamente ride al pensiero della sua uscita di scena.
Si riposi, Presidente, si rilassi ora, torni ai suoi affetti di sempre, i suoi figli, le sue imprese, IL SUO MILAN.

L'abbiamo pazientemente attesa in tutti questi anni, caro Presidente, ed anche se sapevamo che Lei in spirito sempre era presente ne avvertivamo comunque la mancanza fisica, quel sottile sentimento di gioiosa attesa che permeava di sé la notizia del Suo prossimo arrivo a Milanello nei primi anni del Milan di Sacchi e Capello, ci mancava sentire le sue parole sui futuri scenari rossoneri, parole vere, sentite, informate, dette con gli occhi che brillavano, come quando Lei frequentava il nostro centro sportivo preferito un giorno sì e l'altro pure e dava consigli su come posizionare quel divano lì, sul tipo di pianta da mettere nei pressi dell'ingresso, e quando parlava all'ultimo giocatore della rosa lo sorprendeva con osservazioni pertinenti su di lui come persona e sulle sue caratteristiche tecniche come atleta.

Lo so bene che resterà comunque in politica e che eserciterà con forza le sue prerogative di padre fondatore del PDL e di ovvio, naturale, centro propulsore di un nuovo centro destra, ma io La prego, caro Presidente, al di là di tutto questo RITORNI DA NOI, RITORNI DALLA SUA SQUADRA, RITORNI DAI SUOI GIOCATORI, soprattutto RITORNI  DA NOI TIFOSI.

Da noi, lo sa, troverà sempre quel Conforto e quell'Amore che probabilmente Le sono mancate ultimamente così come allo stesso tempo saremo noi a trovare nel suo ritorno nuove ragioni per tornare a sognare in grande e, Le assicuro, a nulla conterà il fatto che possiamo votare a sinistra, al centro o a destra.

Bentornato Presidente.
L'aspettiamo con gioia
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