COME SONO SUSCETTIBILI CON NOI
E' ormai certificato, i giocatori del Milan d'ora in poi dovranno comportarsi come chierichetti in Chiesa durante la Messa di Natale.
E' incredibile come con noi arbitri, guardalinee e quarto uomo acquisiscano una capacità di sentire i suoni, di interpretarne il senso e di captarne ogni più recondito significato, anche espresso in lingua straniera, inglese o svedese che sia, come non ce ne sono eguali probabilmente nel mondo animale.
Una nuova razza si sta sviluppando in questo nostro povero mondo imperfetto?
O forse semplicemente è il fatto stesso che ci chiamiamo Milan, siamo la squadra campione in carica (non uscente, come altri), e soprattutto siamo la squadra di Silvio Berlusconi a stimolare certe improvvise mutazioni genetico-ambientali?
Ahhhh, saperlo...

Certo è strano, anche perché non si nota analogo zelo “uditorio”, diciamo così, quando ad urlare, gesticolare, sbottare sono altri...
Invito pertanto d'ora in poi i giocatori del Milan, non a non sfogarsi mai nei confronti del quartetto arbitrale (questo succede a tutti quando è il caso), ma a limitarsi a pensarlo e stop, perché, parafrasando un noto manifesto italiano dell'ultima guerra, “TACI, L'ARBITRO TI ASCOLTA!”
Aggiungerei: “ E SE NON CI RIESCE CI PROVA LO STESSO”...

Quanto alle partite dell'ultimo turno, mi pare attestino un trend ormai in via di consolidamento.
Milan e Juve si avviano a dar vita ad un duello spettacolare tra loro: la Juve ha dalla sua entusiasmo, “fame”, uno slancio che vede nel nuovo stadio una sorta di fattore catartico, e magari un certo sguardo benevolo da parte del Palazzo (oddio, ieri sera proprio no...), laddove il Milan può contare su una maggiore qualità complessiva, su un buon numero di individualità che gli altri si sognano, su un impianto più collaudato ed efficiente, oltre che su una superiore abitudine a vincere.
Dietro le prime due citate vedo Napoli e Lazio,quale outsiders, la prima però troppo inesperta a certi livelli e soprattutto esageratamente umorale in tute le sue componenti, e la seconda ottima nei primi undici ma carente nelle immediate riserve, mentre la Roma mi sembra una buona squadra di ottime prospettive ma ancora troppo tenera per aspirare ad una vittoria finale.
Non credo ad un exploit dell'Udinese per due motivi: perché comunque non ha la struttura mentale e la rosa adatta a reggere un simile improbo ruolo e perché credo che a gioco lungo la preparazione anticipata per il preliminare di CL, che pure ora sta probabilmente favorendo l'ottimo campionato delle zebrette, finiranno per pagarla, anche se gli auguro comunque un'ottima stagione.

E l'Inter?
Be', l'Inter sta facendo esattamente la stessa fine del Milan 1997-2002: i grandi cicli prosciugano energie, fisiche,mentali e nervose, e quando finiscono non c'è alcun rimedio. Si accumulano insieme errori, propri e arbitrali, infortuni, sfiga, tutto gira storto...Rispetto al Milan di allora, però, non so se l'Inter possa avere analoghe capacità di ritorno rapido al vertice altissimo, soprattutto a livello dirigenziale: quel Milan, pure disgraziato ed in un contesto di grandissima competitività a livello internazionale (una Roma degnissima, la Lazio più forte della storia, il grande Parma, la Juve tornata ai vertici dopo l'oscuramento del periodo sacchiano, una fortissima Fiorentina, le 7 sorelle ricordate?), riuscì a vincere lo scudetto del nostro centenario con Zaccheroni (per carità, con molta fortuna  e con almeno tre squadre più forti), nel '99, e riuscì a battere il Barcellona in casa sua in CL, e tutto questo grazie ad un'esperienza ed a un'abitudine non alla vittoria, ma alla GESTIONE della vittoria, che diventavano assolutamente FONDAMENTALI proprio nei periodi di magra.
E' proprio grazie a tale nostra capacità che il Milan, in questi venticinque anni, è riuscito a fare non UNO, non DUE, ma almeno TRE cicli vincenti, oltre alla vittoria dello scudetto di Zaccheroni ed all'attuale periodo, che è ancora in pieno sviluppo.
Quest'Inter, mi duole dirlo (insomma...), non ha analoga caratteristica.
Si potrà dire tutto ed il contrario di tutto, ma è indubitabile che la loro (recente) attitudine a vincere sia nata ESCLUSIVAMENTE a causa di un evento esterno, (apparentemente) imprevisto e del tutto alieno da dinamiche di tipo tecnico, tattico ma soprattutto programmatorio, come fu per il primo Milan berlusconiano e per i successivi: calciopoli è stato un evento che ha largamente aiutato i nerazzurri sul piano tecnico, ambientale, del mercato, dell'autostima (le vittorie senza avversari alla lunga deprimono gli altri e gasano chi vince) e, diciamo così, dei favoritismi arbitrali.
Ma la pacchia è finita.

Già l'anno scorso era suonato il campanello d'allarme, ma la dirigenza, miope e presuntuosa, non ne ha tenuto conto.
Tuttavia credo sia normale: se al contrario degli altri che si sono sempre guadagnati SUL CAMPO la pagnotta tu hai sempre tirato a campare (e l'Inter prima di calciopoli tirava a campare, la realtà era quella) e vinci un terno al lotto, non è che ti trasformi automaticamente in un genio: magari godi tutta la vita, senza però renderti conto che stai spendendo tutto senza costruire nulla, finisci per presumere troppo di te stesso, credi di essere infallibile e che ti sia tutto dovuto, ma non è così e quando te ne accorgi è troppo tardi.
Questi sono i risultati.
Di questo passo l'Inter faticherà anche ad entrare in EL.
E francamente, se devo dirla tutta, non mi dispiace affatto.

P.S. Nelle ore in cui scrivo c'è un po' di preoccupazione per Antonio Cassano, vittima di un malore non ben identificato subito dopo l'arrivo a Malpensa dalla trasferta di Roma: spero che il mio illustre corregionale si rimetta presto e che il suo problema si risolva ben presto nel migliore dei modi. Vai Antonio, sono con te!!!
 
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