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Campioni d’Italia nella capitale d’Italia nell’anno dei 150 anni dell’unità d’Italia, questo lo scenario su cui si affacciano i rossoneri, capaci di vincere uno straordinario 18° scudetto o tricolore che dir si voglia.
Per vivere grandi emozioni si è dovuto aspettare il fischio finale che ha decretato la fine di Roma-Milan, la partita infatti, terminata sullo 0-0 non ha regalato veri e propri brividi, se si escludono alcune grandi parate di Abbiati e i due pali colpiti rispettivamente da Boateng prima e Robinho poi.
Ma poi il triplice fischio, tre fischi che ci hanno regalato il sorriso dei tre simboli su tutti di questo tricolore, Allegri, Thiago Silva e Ibrahimovic, e poi quello di tutti gli altri. Un sorriso pieno di gioia, di fierezza, di passione, di soddisfazione per essersi cuciti sul petto qualcosa di autentico, maturato giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita a dimostrazione che questi colori sono eterni, risorgono dai momenti più difficili e esplodono come solo i numeri uno sanno fare.
È stato lo scudetto di Massimiliano Allegri, che ha cambiato la mentalità di questo Milan alla sua prima esperienza in una grande squadra, con determinazione ma allo stesso tempo eleganza e classe: "Credo che i ragazzi abbiamo fatto tantissimo, sono stati bravi ad accettare sempre le mie decisioni. E' la dimostrazione che il gruppo è unito. Sono venuti tutti e 10 ragazzi sono andati in tribuna. Sono felicissimo: è il primo anno che sono al Milan e ho vinto lo scudetto, non me ne sto ancora rendendo conto. Ringrazio il Presidente che mi ha scelto e mi ha voluto e Galliani e tutti i tifosi. Il derby e la partita di Firenze ci hanno dato il là per lo scudetto. Siamo da 26 giornate in testa, più di così la squadra non poteva fare"
È stato lo scudetto di un signore di nome Thiago Silva, insuperabile, esplosivo, componente insieme a Sandro Nesta di una difesa ineguagliabile: "Questo campionato è il più difficile, è molto competitivo. Non c'è un solo uomo scudetto, è stata tutta la squadra. Trenta giocatori hanno fatto tutti un lavoro stupendo. Il prossimo obiettivo? Ora festeggiamo questo, io sogno con tutto, ora voglio vincere la Coppa dei Campioni"
È stato lo scudetto di un fenomeno chiamato Zlatan Ibrahimovic, su cui spesso le parole possono sembrare banali e insufficienti per descriverlo: "Siamo una grande squadra, anche quando non ho giocato loro hanno vinto. Abbiamo superato periodi difficili, ma abbiamo vinto lo scudetto. Spero di fare la storia con il Milan, qui sto bene. Mi dispiace di aver saltato cinque giornate per squalifica. Ora dobbiamo pensare solo alla Coppa Italia, ma poi a San Siro vogliamo che vengano tutti i tifosi per festeggiare tutti insieme. Sono venuto al Milan per vincere e l'abbiamo fatto. Ho vinto con tutti i tre più grandi club d'Italia, sono stato 6 anni in Italia e ho vinto sempre. Adesso dobbiamo pensare una cosa alla volta, speriamo di fare bene martedì per andare in finale, poi penseremo agli obiettivi della prossima stagione. Vogliamo vincere tre titoli. Ringrazio il Presidente che mi ha portato al Milan e ridato il sorriso"
È stato lo scudetto di Adriano Galliani, che prima di essere l’amministratore delegato è un grande tifoso del Milan, che soffre, gioisce insieme alla sua gente: "E' l'ottavo scudetto ma il 27mo dell'era Berlusconi. Siamo molto felici, questa grande stiscia dell'Inter degli ultimi cinque anni, a cui vanno i nostri complimenti, doveva finire prima, dovevano fermarsi e potevamo farlo solo noi. Rimaniamo qui a Roma per serietà perché dobbiamo prepararci per Palermo, abbiamo vinto lo scudetto ma dobbiamo provare a tornare in questo stadio il 29 maggio per vincere un altro trofeo. Partita difficilissima ma siamo concentratissimi per la sfida del Barbera. Dedicheremo la stessa attenzione e lo stesso impegno anche alla partita di martedì sera contro il Palermo. Il merito della rosa ricca è di Silvio Berlusconi, a cui sia in agosto sia in gennaio ho chiesto aiuti economici. A fine partita Van Bommel mi ha ringraziato e mi ha abbracciato e mi ha detto grazie per avermi acquistato a gennaio. Spero che siano contenti i nostri tifosi. Dobbiamo essere grati al nostro Presidente per quello che fa. Dopo cinque anni i tifosi possono finalmente essere felici. Siamo stati 25 giornate in testa e chiuderemo in testa a 28 giornate, qualcosa di straordinario e bellissimo. Thiago Silva sembra che scherzi quando gioca perché è troppo bravo. Abate è fantastico, è il giocatore che è migliorato di più in tutta la stagione. Ha una corsa incredibile"
È stato lo scudetto di Rino Gattuso, che dopo un anno difficile in cui non riusciva più a sentirsi al centro del progetto Milan con il suo grande cuore e la sua grande grinta ha ripreso per mano la sua squadra: "E' una delle vittorie più importanti, perché è arrivata in un momento che ci davano per morti. E ci davano per finiti a me e ad altri miei compagni. Ho capito che potevamo vincere quando l'allenatore ha iniziato a prendere decisioni forti. E' stato molto bravo soprattutto a gestire lo spogliatoio. Solo Con Ancelotti i giocatori che non giocavano non se la prendevano. L'anno scorso chi stava fuori faceva scoppiare il finimondo. L'allenatore ha dimostrato di saperci fare anche con i campioni. Seedorf è stato bravissimo, nelle ultime sei partite ne ha giocata una più bella dell'altra. Finché ci saranno Galliani e Berlusconi il Milan non potrà non vincere. Il Milan è una famiglia, una società in cui si sta bene e per questo nessuno se ne vuole andare via"
È stato lo scudetto di Clarence Seedorf, che nel momento in cui la stagione era al suo punto culminante ha mostrato ancora una volta che tipo di campione sia: "Questa vittoria ci voleva, abbiamo dimostrato grande sacrificio e compattezza in una partita delicata. Siamo stati bravi e abbiamo anche spinto nel secondo tempo e siamo quasi riusciti a fare gol. Al fischio finale c'è stata l'esplosione di gioia di tutti. Credo che questa vittoria darà entusiasmo e convinzione a questa squadra, che punterà a cose importanti. Questo scudetto è per tutti i tifosi"
È stato lo scudetto di Ignazio Abate, cresciuto insieme ai suoi sogni e alle sue paure: "E' un sogno che si realizza. Appartengo a questa società da dieci anni e non avrei mai pensato di vincere lo scudetto. E' stato un anno fantastico. Ringrazio il dottor Galliani e il Mister che mi hanno sempre sostenuto e che mi hanno voluto a tutti i costi tenere qui"
È stato lo scudetto di Mark Van Bommel, che è riuscito a entrare perfettamente nei meccanismi della squadra sin dai primi tocchi di palla: "Quando entro a San Siro mi viene sempre la pelledoca. E' una sensazione incredibile. Io non sono stato importante, lo è la squadra. Complimenti alla società. E grazie al Dottor Galliani che mi ha portato in questo club"
È stato lo scudetto di Christian Abbiati, che tra i pali è stato il miglior portiere italiano, salvando spesso quegli 1-0 o 0-1 che ti permettono di vincere un campionato: "Dobbiamo solo festeggiare, adesso non dobbiamo fare nomi dei singoli per questo scudetto. Siamo stati tutti importanti. Voglio ringraziare tutti quelli che a Milanello lavorano dietro le quinte"
È stato lo scudetto di Sandro Nesta, immenso campione senza tempo: "Ci siamo meritati tutto. Siamo stati davanti sempre. Ci godiamo questo momento. Sono stati tutti fondamentali, ma davvero complimenti a Ignazio. L'anno scorso giocava in un altro ruolo, ma è stato bravissimo a inserirsi nel nuovo ruolo. Ha fatto un campionato straordinario"
È stato lo scudetto di Pato, il suo primo trionfo con i colori rossoneri, la prima gioia di un ragazzo che ha visto presto i suoi sogni esauditi: “Emozioni forte, prima volte che vinco il campionato, voglio solo festeggiare”
Insomma è stato lo scudetto di tutti, uno ad uno, perché come qualcuno scriveva “Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta” e per questi colori nessuno smetterà mai di lottare, per portarli in alto, sempre più alto, sempre più nella storia del calcio, che quando si colora di rossonero ha un fascino senza eguali nel mondo
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