dopo Milan-Tottenham

"Sicuramente il risultato ci ha penalizzati. La squadra non ha fatto benissimo nel primo tempo, ma ha giocato bene nel secondo: abbiamo preso un gol in contropiede nell’unica occasione, che gli abbiamo concesso. La qualificazione è ancora aperta e andremo a giocarcela a Londra. Nel primo tempo siamo stati lontani dalla palla, nel secondo abbiamo mostrato più coraggio e abbiamo creato due, tre situazioni importanti. Pato è entrato bene, con cattiveria, ha disputato una buona partita".

Queste le parole, pronunciate da Massimiliano Allegri, che sintetizzano al meglio la gara di Champions League disputata ieri sera dal Milan. La partita per i rossoneri si può dire essere iniziata nel secondo tempo, quando Pato è entrato al posto di Seedorf, non proprio in serata. La prima frazione di gioco ha visto infatti gli inglesi più pericolosi, più veloci e meno contratti, al contrario del Milan, che o per paura di subire gol o per altro, non macinava gioco, e quando lo faceva era lento e prevedibile. Gli Spurs non sono riusciti a segnare nel loro momento migliore, sono stati ancor più bravi a farlo nel momento migliore dei rossoneri, che per più di venti minuti, li hanno assediati nella loro area, da ricordare le parate sulle due occasioni di testa con Yepes. A coronare il tutto la fisicità degli inglesi, un arbitro “alla inglese” che fischiava poco, soprattutto nei confronti dei rossoneri, e un terreno non al massimo della condizione, dopo l’incessante pioggia di Milano.

"Questo risultato è lo svantaggio di giocare prima in casa – ha precisato Abate - Nel primo tempo accorciavamo troppo, poi nel secondo tempo per 45 minuti li abbiamo messi alle corde. Peccato, perché con un po’ più di lucidità avremmo potuto ottenere un risultato diverso. Sapevamo che era una squadra fisica. Ci volevano innervosire un po’, ma noi dovevamo farli giocare un po’ più a vuoto, perché abbiamo più qualità di loro”.

Nervosismo che ha messo alle corde uno su tutti, Gennaro Gattuso, eroe sul campo ma capitolato fuori dal campo. "Nel finale ho perso la testa, mi assumo le mie responsabilità, ho fatto una cosa che non dovevo fare, ma Joe Jordan “rompeva le scatole” da tutto il secondo tempo… questo, però, non giustifica quello che ho fatto. E’ colpa mia, non dovevo litigare con una persona più grande, è sbagliato. Ora aspetto eventuali decisioni. Per quanto riguarda la partita: nel primo tempo abbiamo giocato male, mentre nel secondo abbiamo avuto più di un’occasione, ma ci hanno fatto gol in contropiede. Ora a Londra là ci giocheremo la nostra partita. Abbiamo visto che non sono più forti di noi".

Il rimpianto può essere quello di aver regalato un tempo, 45 minuti che non torneranno più, forse per paura, stanchezza, tensione o poca lucidità, e di non aver gonfiato la rete nel momento opportuno (anche la sfortuna del Milan e la “fortuna” di Gomes ci hanno messo del loro), letale quest’anno per i rossoneri, quando nel loro momento migliore non riescono a segnare, il gol lo fanno gli altri.

 
 
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