Scoprendo il Brasile
di Marco Rizzo

copa america

Inizia la Copa America. Diciamolo: per noi amanti del calcio è manna dal cielo. Noi non possiamo stare senza calcio. E immagino già gli irriducibili che faranno le 2 di notte per vedere del sano e bel calcio. Una competizione breve e con una strana formula, ma con una concentrazione di talento che non ha da invidiare a nessuna competizione europea. Oltre all'Argentina che ospita troviamo anche outsider come Colombia, Cile e Uruguay, pronte ad approfittare delle leggerezze delle big.

Ma noi qui ci occupiamo di Milan, e senza dubbio la squadra che da sempre incarna lo spirito Milan è certamente il Brasile. Non solo perché avremo 3 giocatori nella competizione (e se fossero 4 ? chissà…) ma perché la volontà di prevalere sull’avversario attraverso il gioco, il calcio divertimento, il blasone: senza dubbio molti punti accomunano la Selecao e il Milan. E allora andiamo a scoprire questo Brasile, che approccia alla Coppa America dopo il disastro del Mondiale in SudAfrica con Dunga.

Innanzitutto l’allenatore: Luís Antônio Wenker de Menezes, per tutti Mano Menezes. Il Mano giocatore è poca cosa: difensore centrale, piuttosto scarsino a dir la verità. Da allenatore qualche fortuna in più: dopo tanta gavetta arriva il Gremio. Lo porta dalla B alla A e lo porta poi a vincere il Campionato, portandolo anche in finale di Libertadores nel 2007 contro il Boca Junior, quel Boca Junior che poi solo 6 mesi dopo avremmo incontrato a Yokhoama. Poi il Corinthians e altra promozione dalla B alla A. Poi la grande occasione della vita: la Nazionale Brasiliana. Scelto come alternativa al più celebre Rmalho, che aveva rifiutato l’incarico. Un allenatore dunque venuto dal basso, che si è formato da solo. Non un allenatore alla brasiliana come ce lo aspettiamo. Menezes è concreto, sa quello che vuole e punta con decisione ad ottenerlo. Proverà in una grande impresa: vincere la Copa America in casa dell’Argentina. Può farlo, perché ha una squadra davvero forte. Un giusto mix tra esperienza e gioventù, tra difesa e attacco, tra concretezza e talento puro.

Andiamo a scoprire la sua squadra. In porta una sicurezza: Julio Cesar. Che dire su di lui più che è il più forte portiere al mondo ? Davanti a lui, solo sicurezze: Thiago Silva, Lucio, Luisao e David Luiz sono forse il reparto difensivo più forte del mondo, almeno per quanto riguarda i centrali. I terzini non scherzano: Adriano del Barcellona, Maicon, Dani Alves e Andrè Santos, già protagonista al Mondiale. Il centrocampo è il reparto con più novità. Innanzitutto i due titolari: Elano e Ramires. Uniscono corsa, giro palla, ma anche inserimenti. Dietro di loro l’ottimo Sandro del Tottenham, Lucas Leiva del Liverpool, Jadson, che ha stupito nella ultima Champions con lo Shaktar e il meno conosciuto, ma comunque talentuoso, Elias dell’Atletico Madrid.

Ora due discorsi a parte. Innanzitutto Lucas, talento cristallino al quale è stato affidato il dopo Hernanes al San Paolo. Semi sconosciuto in Europa, ma apprezzatissimo in Brasile e soprattutto dagli uomini mercato. Per certo lo segue Leonardo, che ne ha sempre parlato un gran bene. E poi lui, Paulo Henrique detto Ganso. Di lui ormai sappiamo tutto. Centrocampista offensivo con incredibile visione di gioco, ottimi tempi di inserimenti in zona offensiva e soprattutto un tocco di palla sopraffino. Braida stravede a dir poco per lui. Raiola, De Assis e Galliani non lo mollano: il suo destino è segnato. Prima o poi sarà nostro.

Il reparto d’attacco, poi non scherza. Non c’è bisogno di presentare Robinho, e tantomeno Pato, recuperato in extremis dopo la lussazione alla spalla. Con loro i già celebri Fred, ex Lione, e Nilmar, attaccante in forza al Villareal. Da scoprire c’è quello che in molti riconoscono come vero nuovo crack del calcio brasiliano. Neymar da Silva Santos Júnior, conosciuto da tutti come Neymar. Per lui stravedono tutti. Ha tutto per essere un grande attaccante: velocissimo, grandissime doti tecniche, senso della posizione e cattiveria sottoporta che fanno invidia ai migliori del mondo. E parliamo di un ragazzo del 1992. Non a caso il Real Madrid si sta svenando per averlo. Il Chelsea lo segue da tanto, il City ha pronte offerte shock.

Dunque uno squadrone.

L’idea di Menezes è chiara. La sua rosa ha due evidenti picchi di qualità : l’incredibile forza e solidità difensiva e la straordinaria prepotenza offensiva, con il talento che solo i brasiliani sanno mettere in campo. Ed allora Menezes vuole sfruttarle al meglio. La sua squadra base ce l’ha in mente ed è chiarissima. Con Julio Cesar in porta, davanti a lui Thiago Silva e Lucio centrali, con Dani Alves e Andrè Santos sulle fasce. Due centrocampisti davanti alla difesa come Ramires ed Elano, un centrocampista offensivo come Ganso e tre punte a completare quello che può essere visto come un 4-2-3-1, ma che in realtà è un vero e proprio 4-2-1-3. Ma la squadra può presto cambiare. L’alternativa meno sbarazzina a questa squadra è l’inserimento di Sandro davanti alla difesa, ed il passaggio al 4-3-1-2 con la fuoriuscita di una punta, probabilmente Robinho. Come li giri, li giri, restano i più talentuosi. Sicuramente più solidi e quadrati della nazionale argentina che sembra molto allo sbaraglio, con Batista che ha convocato ben 8 attaccanti per paura di scontentare i tifosi che volevano tutte le stelle, dimenticandosi tuttavia di avere la coperta corta in altri reparti.

Quindi siamo pronti per partire, decolliamo! Che il talento sia con voi…

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