Nulla di cui vergognarci!
Vi è mai capitato di mettervi comodamente seduti davanti alla tv per assistere ad un’amichevole estiva o durante la stagione del Milan?
Prima vi accostate all’evento con l’aria di chi è solo curioso di vedere chi gioca, poi siete incuriositi dalla prestazione di un nuovo acquisto in maglia rossonera oppure dal voler vedere come si muove un calciatore importante reduce da un lungo infortunio; comunque sia, avete l’aria tranquilla di chi sa che comunque vada a finire non ci sono preziosi punti in palio per la classifica di una competizione importante.
Man mano che passano i minuti vedete che i ritmi sono blandissimi e che il grande Milan non riesce a mettere sotto l’avversario di turno, e comincia a venirvi qualche prurito.
Se poi malauguratamente gli avversari vanno in vantaggio, nonostante lo spirito amichevole, cominciate ad innervosirvi di brutto.
Se nel frattempo i montanari, gli albanesi, ciprioti, maltesi o orientali di turno cominciano a sembrare dei muri insormontabili, allora comincia a volare qualche improperio e vostra moglie/fidanzata vi guarda stupita e vi dice “…ma non avevi detto che era solo un’amichevole?...” .
Se poi finisce che il Milan quell’amichevole la perde, allora vi passa anche la fame ed andate a letto con un leggero e continuato senso di fastidio di cui fareste volentieri a meno!
Vi ci ritrovate in questo identikit?
Bene, allora vuol dire che siete dei veri tifosi “malati” di Milan!

Ma se siete dei veri tifosi del Milan, ed avete vissuto di persona i primi anni Ottanta, allora non potete dimenticare di aver visto vincere al Milan la tanto famigerata Mitropa Cup: è vero che quella coppa stava a significare che l’anno prima “avevi vinto il campionato di serie B”, ma è anche vero che se stiamo ad incazzarci perché non vinciamo un’amichevole, allora non vedo perché non dobbiamo tifare per la nostra maglia quando siamo impegnati, comunque, in un torneo ufficiale, e non vedo perché non dobbiamo gioire della vittoria di quel torneo. Se mi tocca di giocarlo, allora lo gioco col massimo dell’impegno e quel trofeo “lo voglio vincere”.
Non sarà un trofeo che ha il prestigio delle altre coppe internazionali, non sarà un trofeo da sbandierare e da inserire nelle calde ed appassionate discussioni coi tifosi delle altre squadre, ma NON è neanche un trofeo di cui VERGOGNARSI.

Mi piace ricordare una frase estratta dal libro “Rossoneri.
Il manuale del perfetto casciavit” di Davide Grassi:  “…Per meritarsi l’etichetta di rossonero doc è poi indispensabile conoscere – ed amare – la propria storia, anche quella meno nobile. A chi si vergogna della serie B e della Mitropa Cup dovrebbe essere vietato l’accesso a San Siro. Anzi, il vero milanista deve essere orgoglioso delle partite contro la Cavese e del trofeo della Mitteleuropa cadetta, che a fianco delle Coppe dei Campioni simboleggia le diversi fasi della storia della squadra!....”.

Io personalmente mi schiero con Davide Grassi, e come ebbi modo di dire nella puntata di presentazione di questa rubrica, per me i veri tifosi sono quelli che si ricordano anche degli anni bui e ne vanno fieri.

Ci sono tifosi del Milan che nel 1981/82 non erano ancora nati oppure avevano un’età che non gli permette di ricordare quella stagione, e ci sono tifosi che, invece, pur avendo l’età per ricordarsi, fanno finta che quella stagione e quella coppa  non siano mai esistite.
IO NO!
Io me la ricordo e voglio raccontarla, anche perché non vedo il motivo per cui non dovrei raccontare l’unico momento di gioia di quella disgraziatissima stagione.

La stagione di cui parliamo è la 1981/82, il Milan è reduce dalla vittoria del suo primo campionato di serie B e sotto la guida di Gigi Radice si affaccia alla nuova stagione con grande fiducia.
Radice è noto per essere un “sergente di ferro”, ma nonostante il carattere era uno dei tecnici più in voga ed apprezzati di quegli anni.
Viene considerato l’uomo giusto per gestire un ambiente che in quegli anni aveva avuto “qualche problema”.
Sarà, invece, un autentico disastro.
Certo, la rosa non è stratosferica, ma non sembra neanche così scarsa da far pensare ad un autentico calvario: molti dei ragazzi sono giocatori che solo due anni prima avevano vinto lo scudetto della stella (Collovati, Baresi, Novellino, Maldera, Antonelli e Buriani), ed a questi si era aggiunto l’attaccante scozzese Joe Jordan.
L’avventura in Coppa Italia era già finita in estate a seguito di un beffardo pareggio subito all’89’ contro l’Inter a causa di un gol di Bergomi.
In campionato si fece ancora peggio: dopo un inizio decente, la squadra entra in un periodo nerissimo che costerà ben presto la panchina a Radice.
Dopo sedici giornate il suo posto verrà preso dal vice Galbiati.
Nonostante un finale orgoglioso e positivo, il Milan per la seconda volta nella sua storia conoscerà la retrocessione in B agli ultimi stanti dell’ultima giornata.
Solo quattro giorni prima della sua retrocessione, il 12 maggio 1982 il Milan vinceva la Mitropa Cup.

Cos’era la Mitropa Cup?
La Mitropa Cup o Coppa dell’Europa Centrale fu la più antica competizione calcistica europea per squadre di club.
Il trofeo prese ispirazione dalla Challenge Cup, torneo di calcio tra squadre dell’impero Austro-Ungarico, disputato tra il 1897 ed il 1911.
La coppa fu ideata dall’austriaco Hugo Meisl nel luglio del 1927 e l’anno successivo il trofeo prese il via. Nelle prime 2 edizioni vi partecipavano due club da ciascuno dei seguenti paesi: Ungheria, Austria, Cecoslovacchia e Jugoslavia.
Nel 1929 la Jugoslavia fu sostituita dall’Italia.
Nel 1934 le squadre ammesse da ciascuno delle quattro nazioni passarono da 2 a 4 e dal 1936 furono ammessi anche 4 club della Svizzera.
Nel 1937 vi entrarono a far parte anche le squadre della Romania e furono riammesse quelle jugoslave, e i club per ogni nazione furono ridotti a tre.
Nel 1939 i club partecipanti furono solo otto ed infine il torneo nel 1940, iniziato a Seconda Guerra Mondiale già scoppiato, fu sospeso prima della finale.

Per tutti gli anni Trenta la Mitropa godette di un prestigio che in seguito fu raggiunto solo dalla Coppa Latina negli anni Cinquanta e dalla Coppa dei Campioni dopo.
Infatti, negli anni Trenta il calcio dell’area dell’Est europeo era, insieme a quello italiano, nettamente il miglior calcio giocato in Europa.
Fu negli anni Cinquanta che il calcio “latino” cominciò a diventare quello più competitivo.
Il Bologna fu il primo club italiano a vincere la Mitropa Cup e, in quegli anni, questo la rese una squadra molto celebre.
Dopo la fine della Guerra Mondiale, la Coppa Mitropa fu ripristinata nel 1955.
La competizione era aperta ai club di Italia, Jugoslavia, Cecoslovacchia, Austria ed Ungheria.

Nel 1979 la coppa venne modificata e trasformata in un torneo per sole squadre che vincevano i rispettivi campionati di Seconda Divisione.
La manifestazione si è disputata fino al 1992 (anno in cui è stata definitivamente sospesa), ed oltre al Bologna le squadre italiane ad averla vinta sono state la Fiorentina, il Torino, l’Ascoli, il Bari, il Pisa, l’Udinese ed il Milan.
Il Milan la conquista, appunto nel 1982.

A sfidare i rossoneri sono gli ungheresi del VSE Haladas, i croati del NK Osijek ed i cechi del TJ Vitkovice.
L’esordio del Milan, il 21 ottobre 1981, è da panico assoluto: in terra ceca, il Vitkovice batte 2-1 i rossoneri.
Il vantaggio di Antonelli al 15’ fa sembrare la gara una passeggiata, ma prima Kusnir (27’) e poi un rigore di Gajdusek al 90’ trasformano la trasferta in un inferno.
Il Milan si riscatta nella seconda giornata, disputata a San Siro il 4 novembre contro l’Haladas: grazie ai gol di Collovati (15’) ed Incocciati (78’) i rossoneri regolano per 2-0 gli ungheresi.
Il 25 novembre, nella terza giornata, il Milan capisce che vincere nell’Est dell’Europa non è semplicissimo, ed infatti, in terra croata, pareggia 1-1 contro l’Osijek (Novellino al 60’ e Sormaz al 89’ i marcatori).
Il sortilegio finisce nel quarto turno; il 7 aprile del 1982, già sotto la guida di Galbiati, il Milan espugna lo stadio Rohonci ùti Stadion di Szombathelyi per 1-0 contro l’Haladas grazie ad un gol di Battistini al 20’.
Gli ultimi due turni il Milan li disputa in casa.
Il 21 aprile affronta e batte per 2-1 l’Osijek grazie ai gol di Antonelli al 6’ e di Baresi su rigore al 10’.
La partita decisiva per l’assegnazione del torneo si disputa a San Siro il 12 maggio contro il Vitkovice.
Chi vince si aggiudica il torneo.
Vince nettamente il Milan per 3-0, grazie ai gol di Baresi su rigore al 12’, Cambiaghi al 50’ e di Jordan (ancora su rigore) al 77’.
La classifica finale vide il Milan chiudere a 9 punti, davanti al Vitkovice con 8, l’Osijek con 4 e l’Haladas con 3.

Qualcuno non ci crederà, ma ho un ricordo nitidissimo della trepidazione con cui aprii il Corriere dello Sport la mattina del 13 maggio  per conoscere il risultato: sotto il titolo di un piccolo articolo dedicato alla partita c’era la foto della trasformazione del calcio di rigore da parte del “piscinin” Franco Baresi.
Le partite non venivano trasmesse in tv e non esisteva nessun canale tematico che potesse darci la notizia, ed un giovane ed appassionato tifoso quasi non dormì quella notte in attesa della tanto desiderata notizia.
Sapere che c’è qualcuno (anche tra i nostri tifosi) che non capisce  e deride quel sentimento, mi porta ad essere ancora più orgoglioso e geloso di quel momento, e vedere che in quasi tutti i siti milanisti (compreso quello ufficiale) non c’è menzione di quella vittoria mi genera un pizzico di dispiacere.

In fondo, come diceva il filosofo Paul Valèry, “NON HA FUTURO CHI NON HA MEMORIA DEL PROPRIO PASSATO”!
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