LARGO AI GIOVANI
Scritto da Gianpiero Sabato   
Giovedì 05 Maggio 2011

E’ indubbio che il contributo dei giocatori “esperti” alla causa milanista nella bella cavalcata in campionato sia stato un fattore determinante: Abbiati, Nesta, Zambrotta, Van Bommel, Gattuso, Seedorf, Ambrosini e Yepes, tutta gente che ha messo sul piatto della bilancia tutto il peso delle mille battaglie condotte sui campi di tutto il mondo nel corso di una lunga carriera.
Un tecnico “esordiente ai grandi livelli” come Allegri è riuscito a  dosarli perfettamente con un altrettanto valido manipolo di giovani calciatori che hanno dato alla squadra quella freschezza e quella corsa di cui si sentiva la mancanza.
Ma la cosa assolutamente da sottolineare è il buon ricorso fatto da Allegri ai giovani della Primavera di Giovannino Stroppa per tutto il corso della stagione.

Era da un pò  di anni che in prima squadra non facevano presenza tanti giovani, fatto ancora più da rimarcare se si considera che non stiamo parlando di una squadra che ha condotto un campionato di “transizione”, ma della squadra che da novembre comanda la classifica e che sta per tagliare il traguardo con la conquista del primato.
Sono quattro i giocatori della Primavera impiegati in prima squadra, per un totale di 17 presenze e 2 gol: 10 per Alexander Merkel (con 1 gol in Coppa Italia), 5 per Rodney Strasser (con 1 gol, importantissimo e decisivo, in Campionato), 1 ciascuna  per Giacomo Beretta e Nnamdi Oduamadi.

Se ci pensiamo bene non è poca cosa, soprattutto perché venivamo da anni in cui le apparizioni dei giovani del vivaio in prima squadra si sono contate sulle dita di una mano.
Credo che un piccolo ruolo l’abbia giocato l’arrivo di un tecnico “esterno” all’ambiente milanista, uno che ha badato all’esclusivo interesse della squadra e che non è stato influenzato, o meglio vincolato, dalle gerarchie acquisite dai calciatori nel corso degli anni (chi si è dimenticato lo scorso anno, in piena emergenza difensiva, l’utilizzo di Oddo come centrale a Palermo e contro la Samp con risultati disastrosi pur di non buttare in campo un centrale di ruolo della Primavera come Albertazzi o Romagnoli?).

E’ sicuramente vero che ad influenzare questi numeri ci abbia pensato lo stato di emergenza che ha colpito il centrocampo soprattutto tra i mesi di gennaio e febbraio, ma è altrettanto vero che qualcuno di essi, Merkel su tutti, è riuscito a meritarsi le attenzioni del proprio allenatore al punto da indurlo spesso a preferirlo a qualche collega più anziano.
Il ragazzino tedesco ha dimostrato ottimi fondamentali, una buona capacità di giocare in più zone del campo, una buona visione di gioco ed una buonissima personalità.
Di contro, qualche limite l’ha dimostrato nelle doti realizzative e nella tenuta fisica.
E’ abbastanza evidente che per il definitivo salto di qualità ad altissimi livelli, è necessario che metta su ancora un po’ di fisico. Ma è altrettanto evidente come la sua prima esperienza tra i grandi sia assolutamente da promuovere, e che la cosa che più ha convinto Allegri a schierarlo più volte sia il fatto “che sappia giocare a calcio”.

Lo stesso Strasser ha avuto in squadra un impatto molto positivo, e se un infortunio non avesse messo k.o. anche lui, sicuramente avrebbe collezionato qualche presenza in più.
Lui il fisico ce l’ha, così come non si può negare che negli spezzoni in cui è stato chiamato in causa si è dimostrato centrocampista affidabile.
Tuttavia c’è la sensazione che manchi ancora qualcosina, l’ultimo step per farlo diventare “un giocatore da serie A”.
E’ ora, però, che lo faccia in fretta, anche perché comincia già ad avere l’età decisiva per farlo: se aspetta ancora un po’ può perdere il treno decisivo per arrivare in pianta stabile in squadre di alto livello.

Sospendiamo ogni giudizio su Oduamadi, ma l’impressione è che per ora il fumo prevalga nettamente sull’arrosto.

In attesa di scoprire cosa farà da grande il ragazzo che viene potenzialmente considerato il miglior prodotto attuale del vivaio rossonero, e cioè Simone Verdi, ha destato un’ottima impressione all’esordio assoluto in A il bomber Giacomo Beretta.
Nei pochi minuti disputati contro il Bologna, Beretta ha confermato quello che avevamo già  intravisto al torneo Emirates disputato a Londra l’estate scorsa, e cioè che dal punto di vista fisico sembra essere il più pronto a giocare coi compagni della prima squadra.
Al possente fisico si abbinano ottimi fondamentali tecnici e grandissime doti realizzative.
Queste ultime per ora le abbiamo viste solo a livello giovanile, ma dal modo in cui si è mosso domenica non abbiamo modo di dubitare che le dimostrerà anche coi grandi: non l’avesse fregato l‘emozione del debutto davanti ad ottantamila persone in una gara “quasi decisiva” per la conquista dello scudetto avrebbe bagnato l’evento col gol! Qualcuno lo ha già ribattezzato Bobo Beretta, ed in effetti la somiglianza col bomber toscano è impressionante, oltre che di buon auspicio.
Non ci sarebbe da stupirsi se nella rosa degli attaccanti della prossima stagione possa essere lui il vice Ibrahimovic.
Una scommessa che forse varrebbe la pena di essere tentata!

Una che invece sembra definitivamente persa è quella che riguarda Michelangelo Albertazzi: il tempo a disposizione sembra definitivamente scaduto.
Peccato
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