L'enigma Taiwo
di Massimo Bambara
Perchè non gioca Taiwo? E' questa la domanda fondamentale, a metà fra lo stupito e l'arrabbiato, che una buona fetta del tifo rossonero si pone in relazione alle scelte di Allegri.

In effetti appare alquanto singolare l'attuale situazione di Taiwo. Arrivato con largo anticipo a parametro zero, doveva rappresentare il terzino sinistro titolare del Milan 2011-2012.

Come in tutte le analisi però è opportuno partire dai primordi, o meglio dalla genesi di questa operazione.

Va detto infatti che a gennaio 2011 il Milan aveva in mano Criscito. Il genoano era un giocatore gradito ad Allegri, che apprezzava il suo dinamismo e le sue doti di corsa, oltre ad una buona conoscenza del campionato italiano.

Il costo di Crscito però era troppo alto (non per nulla infatti finì allo Zenit), ed il Milan, di concerto con l'allenatore, decise di puntare su Taiwo, che si sarebbe svincolato a giugno dal Marsiglia, destinando quella cifra inizialmente prevista per Criscito, ad un altro acquisto, da fare nella zona mediana del campo.

Allegri accolse con discreto entusiasmo l'arrivo di Taiwo. Conosceva certamente alcuni limiti di fase difensiva del nigeriano, ma sapeva bene di poterli limitare e contenere per via di un centrocampo molto portato al filtro ed al recupero palla anche in situazioni di ripartenza avversaria.

Non è un caso che, al Trofeo Luigi Berlusconi di fine agosto 2011, Taiwo giocò titolare come terzino sinistro, mostrando alcune lacune concettuali nei movimenti e nell'applicazione difensiva, ed alcune ottime doti in fase offensiva. Rischi questi, tutti calcolati da Allegri.

A quel punto però succede qualcosa.

Taiwo in quella partita si fa male alla caviglia. Non seriamente ma deve fermarsi un mese. Oltre a Taiwo si fa male anche Flamini, e dopo qualche giorno Gattuso è costretto ad alzare bandiera bianca per il problema al nervo ottico.

Nel giro di poche partite cambia completamente l'impostazione tecnica del Milan.

Salgono alla ribalta Nocerino ed Aquilani, che diventano titolari assoluti ed elementi importanti di un Milan nuovo, meno difensivo a centrocampo (non per nulla aumenta il numero dei gol subiti), ma con una maggiore e più divertente varietà di temi offensivi nel suo scacchiere mediano.

A questo punto entra un dubbio nella testa del Mister: avendo già sbilanciato la squadra sul centrodestra dove al posto di Gattuso, capace di coprire ogni salita di Abate, gioca Aquilani, giocatore con buona fase difensiva, ma non paragonabile a Rino per l'applicazione e l'intensità, è possibile rischiare una situazione del genere anche a sinistra ove Nocerino attaca quasi sempre lo spazio su ogni varco aperto dai movimenti di Ibrahimovic?

Dalla risposta negativa a tale interrogativo nasce l'idea e l'esigenza di sacrificare Taiwo, preferendogli un Antonini lacunoso in fase difensiva ma maggiormente avvezzo alle dinamiche difensive milaniste, se non Zambrotta, la sintesi perfetta del giocatore che serve ad Allegri.

Va inoltre aggiunto che Taiwo ci ha messo indubbiamente del suo.

In primis la sua lentezza, o forse pigrizia, nell'apprendere la lingua italiana non ha per nulla facilitato il suo ambientamento nella squadra.

In secondo luogo è opportuno sottolineare quelli che sono i limiti difensivi del giocatore, che non riesce a scegliere bene i tempi di uscita sull'esterno avversario, che ha una postura del corpo poco aggressiva e molto remissiva quando viene puntato (soprattutto sull'interno) e che ha spesso qualche calo di concentrazione in situazioni statiche.

Il giocatore era abituato a giocare in un sistema di calcio classico, 4-4-2, con la copertura costante dell'esterno di centrocampo quando saliva e con il raddoppio puntuale dello stesso in situazione difensiva, il che gli creava poche situazioni in cui doveva pensare se e come uscire ad accorciare sul giro palla avversario.

Fare l'esterno del rombo milanista è una delle operazioni più ardue che ci sono, perchè devi essere un giocatore concettualmente e didatticamente completo, oltre ad avere una buona forza nelle gambe per sostenere sforzi aerobici sui 60-70 metri, con buona continuità.

Passare da un sistema calcio alla camomilla come il 4-4-2, che dà certezze ai giocatori e li fa sentire protetti, ad un sistema più delicato, in fase evolutiva dal punto di vista tecnico, dai meccanismi sottili come è il nostro, è una tassa pesante che grava su tutti quegli esterni che in questi anni a Milanello hanno sofferto e sono stati discussi.

I motivi della poca considerazione per Taiwo da parte di Allegri sono dunque molteplici, con una ragione tecnica principale che non può essere scartata quando si discutono le scelte del Mister.

Taiwo rimane una risorsa del Milan. Spetta a lui adesso, e non all'allenatore, fare un salto di qualità mentale e migliorarsi come giocatore di calcio e come conoscitore delle dinamiche di campo. In quella posizione, nel Milan, non si può giocare solo sull'istinto, sul talento grezzo e sulla forza fisica. Servono anche conoscenze e applicazione ferrea
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