Giu le mani da Pato

by Gianpiero Sabato

Diciamo la verità, ognuno di noi avrebbe voluto essere lì sul terreno del Bentegodi ad inseguire Alexandre Pato mentre correva impazzito di gioia e di rabbia togliendosi la maglia in un gesto liberatorio dopo aver segnato il pesantissimo gol del 2-1. Avremmo fatto a gara per afferrarlo ed abbracciarlo. E non l’avremmo fatto solo per festeggiare con lui un gol che può dire molto nella corsa verso quel titolo che manca ormai da troppo tempo, l’avremmo voluto fare, soprattutto, per urlargli un bel “finalmente”, oppure “noi abbiamo sempre creduto in te”. La realtà dei fatti è proprio questa: tutti i tifosi del Milan, nessuno escluso, sanno perfettamente che Pato è un giocatore fuori dal normale, un talento dal potenziale smisurato, un realizzatore come ce ne sono pochi.

Pato ha segnato 53 gol in 114 partite ufficiali in maglia rossonera, ed in questa annata tribolatissima segna in campionato un gol ogni 107 minuti. Quanti calciatori esistono oggi al mondo che a 21 anni possono esibire questi score? Pochi, pochissimi, forse nessuno. Eppure la sua situazione è complicata. Allegri continua a lasciarlo fuori, ed il dibattito tra i tifosi divisi è aperto: da una parte chi pensa che debba giocare sempre titolare a prescindere, dall’altra chi gli contesta spesso un atteggiamento che sfiora l’indolenza. Ad unire tutti all’unanimità la paura fottuta di perderlo! Qualcuno dice che il mister stia usando con lui la strategia del “bastone e della carota”, e che il mandarlo continuamente in panchina serva a generare in lui una reazione caratteriale che gli faccia fare il definitivo salto di qualità.

Personalmente non sposo questa ipotesi. Allegri ed il Milan in questa stagione si stanno giocando moltissimo, e le scelte del tecnico sono dettate solo ed esclusivamente dal fatto che in questo momento ci sono giocatori in attacco che sono più utili e funzionali alla causa. Nessuno ad inizio stagione si sarebbe aspettato un Robinho così, e non è esagerato dire che nessun tifoso milanista, che oggi avesse la possibilità di sedere sulla panchina, lo lascerebbe fuori. Cassano si è messo al servizio della squadra in modo sorprendente, ed è innegabile il suo contributo in fatto di assist e la sua naturale sintonia con Zlatan Ibrahimovic.

Vi pongo sul tavolo anche un’altra questione. Tutti stiamo aspettando come l’aria il ritorno di Boateng in prima squadra, soprattutto perché il Milan più bello l’abbiamo visto con Boa trequartista ed Ibra e Binho di punta: ma così gli spazi per il Papero non sono ancora più ridotti? In questo senso, credo che le lunghe defezioni di Pirlo ed Ambro risolvano per il momento questo problema, dal momento che il ghanese potrebbe anche prendere il posto di mezz’ala sinistra attualmente ricoperto da Merkel. Ed allora? Di Pato cosa ne facciamo? Se c’è una cosa che va riconosciuta ad Allegri è la sua onestà nei confronti di tutti i giocatori della rosa. Il tecnico livornese non ha mostrato preclusioni nei confronti di nessuno, non ha esitato a mandare in panchina gente che sembrava intoccabile (ed addirittura è riuscito a convincere Galliani a cedere il cocco del presidente, e cioè Dinho), ed ha mandato in campo chi gli forniva le indicazioni migliori.

Le scelte si possono azzeccare e si possono sbagliare, l’importante è che vengano fatte con la convinzione di fare il bene del Milan, e questo Allegri lo fa. Pato ora ci deve mettere del suo, deve sfruttare tutte le occasioni per mettere in difficoltà l’allentore, proprio come ha fatto a Verona, con quella stessa rabbia e determinazione, perché è proprio questo che Allegri si aspetta da lui. Se continuerà a farlo in ogni occasione che gli verrà concessa, Allegri non potrà lasciarlo fuori a lungo, e forse il brasiliano stesso si accorgerà che il suo attuale allenatore sarà stato determinante nella definitiva consacrazione della sua carriera.

Basta apatia, basta indolenza, Pato deve compiere l’ultimo passo per trasformare il “campione potenziale” che è oggi in un “fuoriclasse assoluto” ( presentarsi martedì a Milanello per allenarsi anche nel giorno di riposo della squadra è un gran bel segnale in questo senso). Quando questo succederà nessuno potrà mettere in dubbio il suo posto da titolare, e nessun tifoso dovrà più essere sfiorato dalla malsana idea che si può sacrificare il brasiliano per arrivare a qualche altro giocatore.Pato è un giocatore che non ha prezzo e che non puoi sostituire con nessuno, perché nessuno ha il suo senso del gol e nessuno vede la porta come lui. Nessuno scambio nè con Sergio Ramos né con Balotelli, il nostro futuro si chiama Alexandre Pato, punto e basta. Però, caro Patinho, dipende tutto o quasi da te!

Chiudo con una considerazione sul caso Gattuso-Jordan. Ringrazio ed apprezzo l’AC Milan per aver ufficialmente comunicato che non presenterà nessun ricorso avverso alla squalifica inflitta al suo capitano, pur prendendo atto della severità di tale provvedimento. Non mi sono certo iscritto al folto partito di quei falsi moralisti che dopo l’episodio hanno condannato Rino in modo tranciante, tuttavia mi sento di ringraziare la società perché in un calcio avvelenato dal “risultato a tutti i costi”, è giusto ed importante che ci sia ancora spazio per l’immagine, l’onore ed il rispetto per l’avversario. Senza che questo significhi condannare oltre misura un calciatore che per il Milan ha dato e continua dare l’anima.

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